C’era una volta Londra, quella dei tanti sobborghi e delle comunità. E c’è ancora. C’era una volta Londra, quella dei progetti d’architettura che segnano la storia. E c’è ancora. E ci sono elementi che mettono in relazione questi due aspetti della capitale britannica che, nel loro grande o nel loro piccolo, diventano esempi di una tradizione che ama il cambiamento e la sperimentazione. Una tradizione, appunto, con delle regole ben precise, delle maglie sulle quali giacere e dalle quali compiere piccoli scarti di movimento per mettere in atto mutazioni che diventano innovazione. Lo studio londinese Henley Halebrown ha messo in atto una di queste macchine virtuose nel bel mezzo della trama urbana ottocentesca del distretto di Hackney appartenuto alla famiglia De Beauvoir, ora sottoposta a vincolo storico. Qui si è presentata l’occasione di costruire una scuola primaria su di un lotto precedentemente appartenuto ad una stazione dei pompieri, recentemente dismessa. La richiesta è solo apparentemente semplice. Comporre un insieme che ospiti un edificio scolastico e un edificio residenziale.
Cosa quasi naturale in metropoli come New York o Toronto, dove troviamo sempre più spesso scuole di vario grado ai primi piani anche di grattacieli che poi si trasformano salendo via via in luoghi per uffici e quindi per abitazioni. Ma qui siamo, lo si voglia o no, ancora in Europa e anche se siamo oramai usi alla mixité funzionale delle destinazioni d’uso, mettere insieme una scuola e un complesso abitativo appare come un ibrido. E l’ibrido è sempre qualcosa che ha di per sé una connotazione negativa, perché sappiamo che non è “naturale”. E qui sta la bravura dei progettisti londinesi che modulano la loro risposta attraverso un approccio morale al progetto che diventa campo di sperimentazione. Simon Henley, che ha fondato lo...
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