Casa Aguas Claras

Scritto da Caterina Testa - 1 ottobre 2020

La parola wabi in giapponese designa la “povertà” o piuttosto uno stato di “povertà volontaria”, dove la privazione diventa un atto rivoluzionario, veicolo per raggiungere una libertà spirituale non condizionata dal desiderio di beni materiali. Ridurre, purificare, rimuovere scorie e orpelli, arrivare all’essenza profonda.
La trasposizione di questo concetto in architettura trova nella semplicità, nella non pretenziosità e nella ruvidezza la sua rappresentazione.

Wabi non focalizza l’attenzione al più piccolo dettaglio, né al costo, né allo sforzo che è stato profuso in ciò che si può vedere.
È una bellezza di straordinaria profondità che risiede nell’inespresso e nel non manifesto, che rifugge l’eccesso e l’arroganza e tende alla ricerca dell’umiltà e della reticenza. L’irregolarità e l’imperfezione sono pertanto caratteristiche intrinseche di questo approccio basato su semplicità, austerità, naturalezza e intangibilità.

Prima di essere un concetto estetico, wabi è un atteggiamento etico e valoriale verso la vita. La scelta di Eduardo Castillo e del suo gruppo di lavoro di descrivere con questa parola il progetto di Casa Aguas Claras racconta un approccio e un’intenzione più profondi di quello che possiamo cogliere attraverso un disegno o una fotografia. Narra di un sistema di valori cui il progetto ha dato forma e sostanza.

Formatosi prima come falegname assorbendo l’esperienza del padre e poi come architetto, Eduardo Castillo ha trasposto nel progetto di casa Aguas Claras la sua duplice natura, artigiana e intellettuale. Il suo approccio all’architettura nasce dalla comprensione profonda delle logiche della costruzione, intesa come unione di pezzi elementari che...