Puma Energy Latam Headquarters

Scritto da Ujal Gorchu - 1 novembre 2019

La pianta libera è stata il sogno di molti architetti appartenenti al Movimento Moderno già a partire dai primi anni del ventesimo secolo. Stimolati dalla prospettiva di aver a disposizione uno spazio totalmente flessibile, architetti come Mies van der Rohe hanno dedicato tutta la loro vita professionale al perfezionamento di questa tipologia architettonica e alle sue implicazioni tecniche. È già passato quasi un secolo da quanto Mies creò nel 1946 i primi disegni per il Cantor Drive-in Restaurant e, ancora oggi, la prima scelta per l’organizzazione di spazi operativi multifunzionali è proprio la distribuzione a pianta libera. Dal Centre Pompidou di Piano, Rogers e Franchini, fino all’edificio Veles e Vents di David Chipperfield e b720 Arquitectos, tale soluzione ha mostrato di essere in grado di fornire la necessaria flessibilità per il dinamismo che caratterizza gli uffici del ventunesimo secolo. Tuttavia, questo tipo di impostazione spaziale non è universale e richiede una particolare sensibilità per poter essere associata a un contesto specifico.

La sede di Puma Energy per l’America Latina si posiziona nell’area sud-ovest di un terminal per le autocisterne di carburante a Bayamón, Portorico. L’edificio, parte di un progetto di recupero molto più ampio, si inserisce tra la ricca vegetazione caraibica e un paesaggio industriale occidentalizzato. In contesti così problematici dal punto di vista geopolitico, gli architetti si trovano a dover affrontare il quesito della caratterizzazione architettonica dell’edificio: da un punto di vista progettuale si può optare per un approccio radicale che dichiari la propria autonomia dal contesto, oppure in alternativa per una totale dissolvenza nell’ambiente circostante. Gli architetti dello studio Ruiz Pardo - Nebreda hanno scelto di adottare la soluzione progettuale a pianta...