Dalla Biblioteca di Alessandria a quella di Villa Adriana, dalla Medicea Laurenziana di Michelangelo a quella di Ledoux mai realizzata, dalla Bibliothèque Sainte Geneviève di Henri Labrouste a quella infine di Alvar Aalto a Viipuri, tutte queste biblioteche - e innumerevoli altre ancora - hanno nutrito il sapere di generazioni affascinate e ispirate dai templi della parola scritta grazie alle loro geometrie complesse dal linguaggio chiaro, agli ambienti permeati da luce naturale e alle grandi scaffalature piene di libri. La parola stampata non solo non ha sminuito l’importanza degli edifici che la accolgono - come pessimisticamente predetto da Victor Hugo secondo il quale la stampa avrebbe annullato il valore del contenitore architettonico -, ma ne ha addirittura accresciuto fama e reputazione. Probabilmente i templi dedicati all’incontro tra mente e parola hanno un significato simbolico così forte che l’attenzione per essi può solo crescere. Oggi richieste e aspettative riguardo a questo genere di edifici sono notevolmente aumentate, logica conseguenza dell’era digitale che impone una massiccia riduzione di scala, eccezion fatta per l’essere umano che rimane mobile, dinamicamente attivo e scarsamente incline a una definitiva riduzione dimensionale. La biblioteca comunale di Hunters Point, a New York, si presenta come un’architettura su più livelli, di straordinaria forza comunicativa, con un’esposizione alla luce naturale e al contesto circostante realizzata in modo vario e sapiente. Ogni genere di lettore ha uno spazio dedicato senza perdere peraltro il contatto visivo con tutti gli ambienti circostanti. È il Raumplan di Adolf Loos elevato all’ennesima potenza. La biblioteca immaginata da Jorge Luis Borges ricorda questo dedalo di sale di lettura con scansie piene di libri e postazioni informatiche dove ogni categoria di utente riesce a trovare il suo posto specifico. Nel...
Digitale
Stampata
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