La Kolon Industries è un chaebol, uno dei grandi conglomerati industriali a gestione familiare che, nel secondo dopoguerra, trasformarono la Corea del Sud in potenza economica; allo stato dell’arte, è uno dei player dominanti la scena nazionale. La Kolon iniziò fabbricando fibre sintetiche (come rivela il suo nome, crasi di “Korean nylon”), ampliando nel tempo il proprio raggio d’azione al tessile, alla ricerca in ambito chimico e altro ancora. Il suo presidente, Lee Woong-Yeul, voleva per l’azienda, con sede in una città di provincia, un simbolo che ne evidenziasse il prestigio e la dinamicità. Pensò quindi di dare l’incarico a Morphosis per la progettazione di un nuovo polo di ricerca a Seoul: un edificio di 75 mila metri quadrati nel nuovo parco tecnologico di Magok vicino al fiume Han, al confine urbano nord-occidentale della città. Il parco, che in precedenza ospitava l’aeroporto, è oggi una foresta di gru in quanto è diventato una meta ambita da tante compagnie. La Kolon è stata tra le prime a interessarsene aggiudicandosi un sito di prim’ordine, vicino al lungofiume. Due blocchi a nove livelli per laboratori e uffici si sviluppano alle spalle di un corpo principale, definito da Morphosis “thickened façade” ovvero “facciata imbottita”, e di un basso podio in calcestruzzo, orientato a ovest verso il parco. Lee voleva dimostrare come il tema della sostenibilità fosse importante per la sua società dato che la Kolon è sponsor del team nazionale di alpinismo; così gli iconici giubbotti multistrato della Kolon sono diventati fonte di ispirazione per disegnare il prospetto d’ingresso. Come ricorda il capo-progetto Eui-Sung Yi «abbiamo fatto più di 50 studi prima di optare per questa seconda pelle, realizzata con moduli interconnessi in polimeri fibro-rinforzati, sagomata...
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