Il 26 gennaio 2001 le scosse di un forte terremoto devastarono lo Stato indiano del Gujarat, provocando immensi danni materiali e soprattutto mietendo 13.805 vite in pochi secondi. Il dovere di commemorare le vittime del terremoto - che al pari di altre calamità naturali, dalla siccità ai cicloni, colpisce con una certa frequenza la regione - intraprende la strada di un progetto complesso, in cui si identificano obiettivi a larga scala. Il senso della memoria e la pietà per le vittime possono essere esplicitati con opere architettoniche monumentali, in cui l’omaggio alle vittime si rende palese e diviene in un certo senso cristallizzato nella materia concreta, per stimolare riflessioni e indurre conforto ai sopravvissuti, ma anche con mezzi ed architetture di tipo differente. Il progetto per lo Smriti Van Earthquake Memorial percorre infatti altre vie, concorrenti al medesimo largo obiettivo di definire “rinascita e speranza”, come prioritarie per l’effettiva ripresa della vita. L’indicazione di una complessità strategica viene delineata nel progetto, partendo dal motto che il Presidente dello Stato del Gujarat aveva pronunciato: “un albero per ciascuna vittima”. La strategia progettuale individua una pluralità di sensi: il motto può essere interpretato non solo in termini di commemorazione e ricordo dai nobili intenti, quanto anche di operatività strategica. Il territorio tutto, non soltanto nella porzione direttamente colpita dall’evento sismico - in cui si riconosce la presenza di residui effetti del sisma, nelle rocce dissestate -, diviene oggetto e soggetto, contemporaneamente, parte attiva e coerente di un processo di elaborazione progettuale. Il territorio: progettare un’azione a lungo termine, per reintegrare la natura e le persone in una relazione di coesistenza positiva, prospettando più fasi nei procedimenti di realizzazione. Quindi, un...
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