Nel 1565, quando il condottiero francese e gran maestro dei Cavalieri Ospitalieri Jean de la Valette affidò all’architetto Francesco Laparelli il masterplan di una nuova città fortificata per rafforzare le difese sull’isola di Malta, l’unico bastione presente sulla penisola di Sciberras era il forte Sant’Elmo. Questo è, in sintesi, il quadro antecedente la fondazione di La Valletta, descritta da Sir Walter Scott come «una città costruita da gentiluomini per gentiluomini». Cinque anni prima, nel 1551, il Porto Grande era stato preso d’assalto da quattro navi ottomane che arrecarano danni e devastazione sino al cuore della terra dei Cavalieri. Questo evento aveva portato alla luce l’impellente necessità di una fortificazione sulla sommità del monte Sciberras per sorvegliare i due porti che dominava. A un anno di distanza, precisamente il 6 gennaio 1552, l’ingegnere militare Pedro de Pardo arrivò dove sarebbe sorta La Valletta. Percependo il clima di tensione alimentato dalla paura di un nuovo attacco, posò la prima pietra del forte otto giorni dopo, il 14 gennaio, con una cerimonia sfarzosa e solenne. Tra il 1500 e il 1750, le navi corsare scorrazzavano per il Mediterraneo e molte famiglie maltesi erano coinvolte in questa attività con il beneplacito dell’Ordine dei Cavalieri. Nella tarda primavera del 1564 Mathurin Romegas, famoso ammiraglio dell’Ordine dei Cavalieri, s’impossessò di alcuni vascelli turchi facendo prigionieri i governatori del Cairo e di Alessandria d’Egitto e la vecchia nutrice della figlia del Sultano Solimano. I successi di Romegas costituirono per i Turchi un casus belli e, nell’inverno dello stesso anno, il Sultano Solimano prese la decisione di annientare i Cavalieri di Malta. All’alba di venerdì 18 maggio 1565, un’imponente flotta di 193 navi ottomane, coadiuvate da...
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