Intervista con Pietro Innocenti

Scritto da Redazione The Plan - 3 luglio 2017
Ha partecipato al progetto Porsche

Nicola Leonardi: Dopo una lunga esperienza in Asia e Medioriente, dal 2012 è Managing Director di Porsche Italia; come ha trovato il nostro Paese? Pietro Innocenti: Rientrare in Italia è stato particolarmente bello: dopo otto anni all’estero ne avevo voglia. Certo è che sono arrivato in Porsche in un periodo non facile, ma la forte crisi del mercato dell’auto per me si è invece rivelata uno stimolo importante. Stare all’estero a lungo mi ha offerto una prospettiva diversa per vedere pregi e difetti dell’Italia, dandomi una maggiore consapevolezza riguardo alle sue potenzialità. Che, purtroppo, restano ancora in gran parte inespresse, per incapacità politica ma anche degli italiani stessi. Mi spiego: siamo abituati a vedere il bicchiere mezzo vuoto, sottovalutando sistematicamente aspetti e valori importanti quali le riforme, la giustizia, l’educazione e lo sviluppo dell’economia. Il duplice effetto di questo atteggiamento è, da una parte, il generale appiattimento dovuto al fatto che nel nostro Paese fare impresa è molto difficile, dall’altra l’evidenza di quelle eccellenze che giustamente ci sono, non a caso più riconosciute all’estero che in Italia. Io sono molto ottimista, lo sono di carattere, ma anche critico, perché dal mio punto di vista è come se questo Paese corresse con il freno a mano tirato. Un freno che andrebbe sbloccato per riuscire a ripartire con slancio, perché le potenzialità ci sono tutte.

N.L.: Qual è l’attitudine personale di Pietro Innocenti verso Porsche, che cosa identifica per lei questo brand e quali sfide sta affrontando? P.I.: Per me Porsche ha sempre rappresentato uno dei brand più prestigiosi in campo automobilistico e non solo; è uno di quelli che hanno la capacità di muovere un sentimento, un’emozione forte. Ce ne sono anche in altri...