Roma ha un problema di fondo, che è reso più evidente in questo inizio di millennio: la modesta incidenza della sua Amministrazione nel controllo dell’ambiente urbano e soprattutto la poca capacità dei governi municipali che si sono succeduti negli ultimi anni di imprimere una svolta alla città che sembra più subire l’evolversi degli avvenimenti che attrezzarsi, come Capitale d’Italia, alle esigenze della contemporaneità, al confronto europeo, alla globalizzazione che impone ritmi e tempi. Non che per Roma un periodo di così grande opacità sia nuovo: questa è una città che ha attraversato, a partire dall’unità del Paese - che risale al 1861 - forse solo due momenti propositivi in senso attivo, nella chiara ottica del miglioramento sociale e della partecipazione: il primo all’inizio del secolo scorso con l’amministrazione del sindaco Nathan, eletto grazie alla vittoria del “Blocco popolare” che rappresentava un raggruppamento democratico dove concorrevano radicali, repubblicani e socialisti; il secondo nella seconda metà degli anni ’70, quando la successione delle Giunte Argan, Petroselli e Vetere - di matrice social-comunista - modificò radicalmente la gestione della città e del suo territorio. Di seguito solo le due consiliature Rutelli seppero “tenere il passo” e soprattutto affrontare l’impatto del grande Giubileo del 2000. Il Giubileo: con questo abbiamo aperto un discorso sui poteri operanti a Roma, che sono molteplici e non sempre concordi: ci è di aiuto l’analisi recentissima di Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, movimento cattolico di iniziativa sociale a livello internazionale: «[…] Dopo l’Unità varie idee di Roma si sono scontrate: quella liberale della Capitale della modernità e della scienza e quella cattolica della “città santa” del papa. Il Fascismo, anche con una impronta urbanista, volle fare dell’Urbe la capitale imperiale collegandosi alle memorie antiche di una grande Roma […] L’ultimo cantore di Roma è stato Giovanni Paolo II...
Digitale
Stampata
Nuovi territori: le infrastrutture sociali
Weiss/Manfredi
Fisici o virtuali che siano, le strutture che associano persone e idee sono luoghi istituzionali di confronto, senza linee di confine ben definite. I ...LA SFIDA DEL BUON GOVERNO PER UNA CITTÀ APERTA E SOSTENIBILE
Dopo aver esplorato città e megalopoli collocate in cinque continenti, TheCityPlan ritorna in Italia e, ormai oltre un anno e mezzo dopo Milano, in q...Tra Venezia e Bordeaux Riflessioni sull’architettura in mostra
Facendo ricorso alla nostra recente memoria collettiva in materia di architettura, mai nessuno aveva ricevuto così tanti premi e riconoscimenti con u...