Per parlare di Zhang Lei e della sua architettura è fondamentale considerare il suo percorso formativo in controtendenza rispetto alla quasi totalità dei progettisti cinesi di oggi formatisi negli Stati Uniti. Zhang Lei è, infatti, uno dei pochi ad avere frequentato l’università in Europa, precisamente il Politecnico di Zurigo (ETH). Alcuni dei suoi primi interventi, come il dormitorio per gli studenti dell’Università di Nanchino e gli alloggi per docenti dell’Università Tecnica di Dongguan, si caratterizzano per essere modellati su un singolo prototipo monomaterico e monocromatico, riflettendo in pieno il rigore e la razionalità tipici della tradizione architettonica dell’ETH di Zurigo e dell’area germanofona della Svizzera. I progetti più recenti mostrano invece una matrice minimalista, riletta secondo una visione e un linguaggio poetico personale.
Il primo intervento che evidenzia questa combinazione tra l’individuazione di un prototipo e la scelta di una narrativa basata sulla matericità è un edificio residenziale in mattoni situato nella periferia di Nanchino. È una tipologia che fonde ambiente abitativo e corte interna, dando vita a un risultato essenziale e semplice. Da lontano le facciate si presentano compatte e uniformi; una volta in prossimità, si riesce a cogliere la struttura in laterizio in tutta la sua interessante complessità. La residenza Concrete Slit House, progettata nello stesso periodo, è una struttura in calcestruzzo caratterizzata da tagli e aperture. Dall’esterno, l’edificio sembra un corpo massiccio; una volta entrati, si percepisce come lo spazio venga diviso da una stretta scala che si inerpica verso l’alto. La luce naturale filtra all’interno grazie a questo vuoto sinuoso, illuminando entrambe le porzioni dell’edificio. I tagli lungo i prospetti e la fenditura...
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