Un monumento un simbolo un giunto urbano Recupero dei Docks

Scritto da Giorgio Tartaro - 29 febbraio 2016
Ha partecipato al progetto Casalgrande Padana

Come scrivere di un progetto intenso e complicato come quello che ha interessato Les Docks a Marsiglia, uno dei più grandi edifici transalpini, rinato e “ridestinato” grazie a un colto e attento lavoro di 5+1AA? Semplice: epistolarmente.

Giorgio Tartaro scrive ad Alfonso Femìa

Caro Alfonso, mi chiedi una critica, anche feroce, di un importante pezzo della tua/vostra vita, personale e professionale.

Ti rispondo con impressioni, quelle che di solito uso per fissare il mio punto di vista, quelle che lascio scorrere come flusso di coscienza e di conoscenza, di agnizione.

Un primo flusso. Cui seguiranno altri.

Archepistolarità.

Atto primo

Status quo ante

Percorso in auto dal MuCEM, porto, Foster, altri interventi di una Marsiglia in fermento. Ingresso nel polveroso e buio cantiere. Potenzialità, preesistenza, aggiornamento impiantistico.

Non osavo pensare che l’intervento dei 5+1AA, fosse solo un restauro filologico con sbancamento, disegnato da quei bellissimi bianchi tubi dei vari impianti. Immaginavo un intervento più ampio e ragionato. Raccontato. Infatti mi raccontasti delle mirabili nuove vite delle corti buie. Ma l’immagine retinica restava quella del cantiere, del luogo tetro e buio, anche se le dimensioni dell’edificio e la declinazione dell’intervento avrebbero creato una storia ben diversa.

Intermezzo

L’intorno, orrore e meraviglia

La cesura verso il mare del complesso del centro commerciale del porto, la lunga e interminabile passeggiata per arrivare alle terrazze e vedere finalmente il mare, con il muraglione del porto che incombe, dichiara una necessità di chiusura della città alla sua ricchezza, il mare, ma anche al suo pericolo. Fa intendere la...