Chicago, gloriosa celebrazione urbanistica. Come scrisse Daniel Burnham, colui che ne curò il masterplan più di un secolo fa, «non fate piccoli piani: non hanno il potere di rimescolare il sangue degli uomini». La città custodisce con orgoglio alcuni edifici-simbolo a firma di Louis Sullivan, Frank Lloyd Wright e Mies van der Rohe, ma ciò che la rende eccezionale è la presenza reiterata per il suo centro di solidità, magnificenza e bellezza.
Dopo la ricostruzione a seguito dell’incendio del 1871, le successive generazioni di architetti fecero progredire l’arte del costruire, dando vita a un patrimonio duraturo di infinito valore. Una tradizione perpetuata da Perkins+Will, studio fondato a Chicago nel 1935 e specializzatosi in strutture scolastiche e sanitarie. Pur essendo diventato una realtà internazionale con 23 sedi e 1.700 collaboratori, non ha mai perso di vista i suoi obiettivi né ridotto l’attenzione verso la propria città, come testimonia il trasferimento del proprio quartier generale ai piani alti del Wrigley Building. Ralph Johnson, suo storico direttore della progettazione, è un professionista che non ha bisogno di reinventarsi. «Ci piace seguire un programma, scavando dentro al cuore del progetto per poi ritornare alla superficie - afferma Johnson -. Andiamo oltre la forma, cerchiamo di capire le funzioni di un edificio e la sua influenza su chi lo abita. In che modo fare di un ospedale un luogo di cura? Cos’è una scuola oltre a una serie di aule?».
Qualità e dimensioni sono le caratteristiche distintive dello studio, che raramente accetta incarichi dal budget inferiore a 10 milioni di dollari. L’unica eccezione è stata per il Contemporaine, edificio multifunzionale a piccola scala, situato in un sito modesto alla periferia del centro storico. La commissione è stata accettata in...
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