Durante il Medioevo furono edificate chiese imponenti per custodire le reliquie dei santi, venerate da torme di pellegrini. In un’epoca secolare come la nostra, i musei svolgono il ruolo di moderne cattedrali laiche. Il ritrovamento, in Cina, di due crani fossili ha spinto le autorità locali a lanciare un bando per la realizzazione di uno spazio espositivo di oltre 20 mila metri quadrati: il museo nazionale e geoparco Fangshan Tangshan, nato da una duplice volontà. Da un lato, avvicinare le masse alla cultura, dall’altro sfruttare il potenziale turistico offerto dai pochi reperti storici sopravvissuti alla rivoluzione culturale di Mao.
Questa è una delle molte opportunità offerte dalla Cina agli architetti occidentali per realizzare i propri sogni in una forma e in una scala difficilmente realizzabili in un’Europa e in un’America dalle minori disponibilità economiche.
Incoraggiata da un amico cinese, Odile Decq ha partecipato al concorso di progettazione del Fangshan Tangshan. Il sito era stato in origine individuato in cima a una montagna, ma l’architetto è riuscita a persuadere gli organizzatori a lasciarle scegliere un luogo più spazioso e accessibile. La sede, a un’ora di macchina da Nanchino, è immersa in un contesto naturale di straordinaria bellezza. Le cime nascondono la vicina città e i suoi hotel, disposti in gruppi intorno a sorgenti idrotermali. A breve distanza si trovano la grotta dove sono stati ritrovati i resti dell’homo erectus nankinensis e un ammasso di rocce chiare che, secondo la leggenda locale, sarebbero cadute dal cielo.
Il programma prevedeva genericamente, oltre alla creazione di un museo storico-archeologico, l’edificazione di due teatri, spazi di ricerca e un’area giochi per bambini. Odile Decq ha sviluppato un edificio su cinque piani che sembra crescere in maniera organica dal...
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