Più che un grattacielo, il Bosco Verticale, progettato da Boeri Studio e inaugurato lo scorso novembre a Milano nell’area di Porta Nuova Isola, è concepito come un prototipo sperimentale, un dispositivo urbano per rendere possibile l’accostamento e la prossimità simbiotica di architettura e natura.
Bosco Verticale nasce con l’obiettivo di diventare un nuovo modello urbano, da una parte in grado di opporsi, provocatoriamente, allo sprawl a bassa densità insediativa, dall’altra capace di introdurre alle differenti scale piccole porzioni di aree coltivate e di bosco per favorire la demineralizzazione delle città e la loro varietà biologica; in numeri: due torri di 80 e 112 metri con 480 alberi di grande e media altezza, 300 di piccole dimensioni, 11.000 specie perenni e tappezzanti, 5.000 arbusti, ovvero l’equivalente di 20.000 mq di bosco e sottobosco concentrati in 4.000 mq di superficie urbana.
Reso possibile grazie a una committenza che ha creduto (e rischiato) in un modello abitativo inedito, la realizzazione del Bosco Verticale a Milano è stata possibile grazie a Hines Italia SGR insieme a COIMA e alla ricerca di biologi, etologi, oltre che di ingegneri e impiantisti.
La vocazione prototipale del Bosco Verticale non ha impedito di concepire i due edifici di Milano in stretta sinergia con la realtà specifica della città meneghina. Il progetto di Bosco Verticale funge da spazio di mediazione tra le altezze dei nuovi grattacieli del distretto di Porta Nuova e il reticolo di strade del quartiere Isola: la ricucitura tra le due parti di città è avvenuta da un punto di vista fisico-spaziale, sociale e relazionale.
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