Il primo stadio nel recupero dell’ex Fornace di Riccione in disuso dagli anni Settanta, un complesso d’archeologia industriale ad ampie proporzioni che risale al 1908, si realizza in una scuola media: l’istituto accoglie 18 aule, fra didattiche e speciali, la biblioteca che funge anche da sala di rappresentanza, la palestra, la sala professori e gli spazi amministrativi.
Il progetto, che opera secondo principi di biosostenibilità, efficienza energetica ed isolamento termico, si fonda su una concezione d’attenzione alle forme e ai materiali. Si elabora il recupero di elementi d’archeologia industriale, in quanto reperti utili a definire un intervento di rilievo qualitativo ed utili anche all’espletamento delle attività didattiche, nel riconoscimento della storia industriale locale; si definisce una riconfigurazione architettonica del complesso, in un intervento che rispetta sagoma e dimensioni dei corpi di fabbrica e la presenza del laterizio, assunto come nucleo di forte caratterizzazione per gli edifici anche nella visione contemporanea. In questa direzione, il progetto conserva elementi puntuali, i pilastri in mattoni pieni, ed elementi lineari, come una rimarchevole porzione della muratura nella facciata a sud-ovest del corpo edilizio di maggiori dimensioni, contraddistinta dalla presenza di numerose finestre a “trifora”. Nella ridefinizione degli interni nella scuola, i pilastri si accompagnano alle partizioni di tamponamento o sono inseriti nelle aule, fungendo da perni per una definizione flessibile ed articolata degli spazi, mentre le capriate metalliche ribadiscono l’intervento di ricostituzione.
Nel riconoscere il laterizio quale accumulatore “d’identità per il luogo”, il progetto interviene con una notevole estensione del sistema a brise-soleil in cotto a listelli orizzontali che percorre le facciate: accostandosi alle preesistenze, si produce una...
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