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Vigne, ulivi e querce da sughero ricoprono e scandiscono le colline sopra Leiria, punteggiate da residenze unifamiliari accumulatesi negli ultimi decenni. È uno spazio conteso tra natura e città, a volte sciatto, disordinato.
La residenza progettata da Contaminar Arquitectos, invece di confondersi tra le altre, dichiara la sua presenza con apparente invisibilità, una “non casa” in contatto silenzioso con il sito, mimetizzata e nascosta per non interromperne il paesaggio.
Ritmo e orientamento sono suggeriti dalla rigida geometria dei filari adiacenti, le superfici esterne mutuano materiali e colori del contesto.
Verso est, il tetto ricoperto di ghiaia si ricongiunge al piano stradale, interrotto solamente da alcune rampe che conducono all’ingresso posto al piano inferiore. Forma e superfici concorrono a immergere la residenza nello scenario naturale circostante: il volume parzialmente ipogeo annulla l’altezza dell’edificio verso la strada, mentre il rivestimento in pietra e ghiaia rende maggiormente chiuso e impenetrabile questo lato, tanto da confondersi con il suolo.
Il fronte ovest si apre verso il paesaggio con una geometria più definita e un disegno più chiaro: l’avvicendamento di pieni e vuoti riflette l’alternanza interna di spazi di servizio - in corrispondenza delle superfici piene - e delle stanze aperte verso il paesaggio.
Il ritmo della facciata occidentale è interrotto in corrispondenza della piscina coperta: un’ampia vetrata incorniciata in una nicchia si protende verso la valle dividendo la zona giorno dalle camere da letto.
Sughero e pietra ricoprono tutte le superfici esterne: materiali, colori e profumi contribuiscono a comunicare e a rinforzare il carattere mimetico del progetto. La pietra è usata per le parti strutturali e per il tetto; il sughero esalta il gioco di pieni e vuoti e include il volume all’interno...
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