Alla confluenza tra i fiumi Rodano e Saona, su un istmo di terra delimitato dall’acqua e orientato alle colline della città, si sviluppava il vecchio porto industriale di Lione, chiuso nel 1995. Il progetto “La Confluence”, a partire dal 2005, l’ha trasformato in una nuova centralità urbana, dove uffici, abitazioni, commercio e attività per il tempo libero hanno sostituito magazzini e depositi, mentre una nuova rete di spazi pubblici ha reso accessibili e permeabili luoghi una volta interdetti ai cittadini.
Nonostante l’identità industriale e portuale si sia dissolta insieme alle sue attività, materiali e colori dei nuovi edifici tornano a evocarne l’atmosfera dura e grezza. Nel progetto concepito da Odile Decq per la sede di GL Events, le strutture metalliche delle gru delle banchine portuali diventano elemento per interpretare il luogo e fulcro intorno al quale si costruisce l’intera architettura.
Due enormi travi incrociate, sorrette da tre piloni in acciaio, permettono da una parte di sospendere a sbalzo un volume di quattro piani sopra il parallelepipedo dell’ingresso, dall’altro di avere superfici, interne ed esterne, completamente trasparenti.
Piano terra e mezzanino ospitano le funzioni pubbliche a diretto contatto con le banchine sul lungo fiume. Il volume parallelepipedo sospeso sul basamento e inclinato di 86° rispetto a quello sottostante include gli uffici della sede. Fin dal bando di concorso, tra le richieste della committenza vi era la totale continuità visiva tra interno ed esterno, tra parte pubblica e privata dell’edificio e tra i differenti uffici: la completa permeabilità visiva tra interno ed esterno è resa possibile dalle superfici verticali vetrate e da un ritaglio del soffitto a sbalzo che consente allo sguardo di penetrare dalla banchina ai piani superiori. All’interno, nessuna superficie opaca, ad...
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