Le Grand Paris alla ricerca di una nuova cronotopia metropolitana

Scritto da Alfonso Femia, Alain Guez, Gianluca Peluffo - 30 aprile 2014

Parigi è una città che ha sempre cercato e saputo lavorare sul presente e trovare una via per il futuro. Proiettata su una direzione chiara negli intenti, a volte frammentata negli episodi, ma sempre generosa e aperta nel ricercare vie capaci di coniugare un passato forte, denso, stratificato, a un presente di orizzonti nuovi e complessi. In questo momento di transizione, il progetto per Le Grand Paris rimette tutto in discussione, riapre scenari di riflessioni, confronti e critiche, ma riporta al centro la città quale laboratorio di idee per il futuro. Riteniamo importante e significativa la capacità di Parigi di essere in costante metamorfosi a diverse scale, secondo diverse modalità e nelle sue diverse aree. È una città che lavora sia con un approccio puntuale simile all’agopuntura, sia chirurgicamente su parti urbane significative, un tempo ritenute organi vitali, che i mutamenti della società e del ruolo della città e delle aree produttive hanno trasformato in parti da rivitalizzare.
Parigi si estende, nel suo perimetro amministrativo, su un territorio relativamente limitato. All’inizio del XX secolo molte capitali europee risposero alla forte crescita urbana estendendosi fino a fare coincidere i limiti amministrativi con quelli che erano considerati i bacini di vita e di interazioni tra i “quartieri” di una città con una superficie territoriale ampia. Parigi, nonostante l’annessione nel 1860 dei comuni limitrofi, mantenne i limiti della Cinta Daziaria di Thiers, costruita tra 1841 e 1844 e demolita all’inizio del XX secolo. Questo “recinto” corrisponde praticamente all’attuale limite amministrativo, raddoppiato dal confine fisico e simbolico del Boulevard Périphérique, costruito negli anni ’60 sulla vecchia zona “non aedificandi” della cinta di Thiers. Alla fine del XIX secolo la metropolitana, con...