Complesso scolastico

Progettare, costruire una scuola è un evento pubblico e collettivo.
Una società che decide di agire e partecipare, inizia dalla costruzione delle scuole.
Una comunità che crede nella scuola come principale edificio pubblico e di autorappresentazione è una comunità che dialoga con la Storia, con i sentimenti collettivi e con il futuro.
Abbiamo immaginato un edificio che fosse insieme rappresentativo, funzionale e riconoscibile; capace di dialogare con il territorio e il paesaggio, ma protetto e protettivo.
Come una “radura” in un bosco. (Eugenio Turri, “Il paesaggio e il silenzio”. Marsilio, 2004. p. 99)
Come sedersi sotto gli alberi e contemplare questa radura, fra silenzio e allegria.
Come raccogliersi sotto una tenda.
Una grande tenda colorata che dialoga con i colori del cielo e con il profilo delle montagne.

“Mai mancante neve di metà maggio,
Chi vuoi salvare,
Chi ti ostini a salvare?”

(Andrea Zanzotto, “Meteo”. Donzelli, 1996)

Così come Andrea Zanzotto in questo “falso haiku”, mette in forma attraverso il linguaggio il profilo delle sue montagne (M,M,N,M,M), abbiamo tentato di costruire un’idea di appartenenza attraverso il linguaggio della contemporaneità. Che è diritto e dovere.
Per collegare il sentire personale con il pensiero e il sentire collettivo.
La radura è la corte agricola.
La tenda è la collettività, in un dialogo con Piero, Carrà e Michelucci.
L’albero è il mito del raccogliersi, del dialogo e della natura.

“Quale mente non divaga?
Chi non fa castelli in aria?”
(Quel esprit ne bat la campagne?
Qui ne fait châteaux en Espagne?)

(Jean de La Fontaine, “Fables. La Laitière et le Pot au lait”. 1678)

Giro girotondo,
casca il...

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