Colonia, Bonn, Düsseldorf, Dortmund, Duisburg, Essen, Bochum sono i punti intorno ai quali si districa una fitta rete di autostrade; densamente attraversate e percorse, sono diventate un paesaggio tanto frequente e diffuso da poter essere considerate strade urbane di una città allargata sul territorio. Della città manca però lo spazio di mezzo, quello della relazione tra le cose e le persone, dove potersi incontrare, parlare, sedersi.
Nelle aree di sosta e di servizio, negli autogrill, vere e proprie piazze del sistema autostradale, manca un’idea di spazio inteso come luogo dove stare, dove poter ritrovare e restituire una dimensione umana ad un’infrastruttura iperfunzionalista, non solo a dimensione d’automobile, ma anche di uomo.
La chiesa sull’autostrada nel Siegerland, promossa da Hanneliese e Hartmut Hering e realizzata da schneider+schumacher, risponde alla mancanza di così ovvio servizio lungo l’autostrada A45, diffuso invece sulle altre reti autostradali tedesche, e alla volontà di riproporre qui un frammento di città, con i suoi servizi e i suoi spazi.
Il contatto visivo, e spirituale, con il luogo sacro avviene attraverso quattro differenti passaggi. Il primo è quello immediato e semplificato della segnaletica che indica quel che avviene in quel luogo: una stazione di servizio dove fare carburante, un ristorante dove mangiare, un albergo dove dormire, una sala giochi dove distrarsi, pezzi di città sparsi senza spazi di mezzo, senza bellezza per la quiete e la contemplazione. La piccola chiesa sull’autostrada offre l’opportunità di colmare questi bisogni fondamentali.
Il secondo contatto avviene attraverso la percezione del volume architettonico, immaginato per essere immediatamente compreso da chi percorre l’autostrada, un landmark dal significato inequivocabile: la silhouette di una tradizionale chiesa di villaggio...
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Toshiko Mori Architect
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