Città dentro la città, sviluppatasi dove le acque della laguna sono più profonde, la storia dell’Arsenale scandisce le fasi dell’espansione della città lagunare. Epicentro di innovazione tecnologica e militare durante i secoli del dominio della Repubblica Marinara sui mari e sulle terre orientali, la fabbrica arsenalizia si amplia ininterrottamente fino al 1400 per accogliere i cantieri navali. La successiva perdita di potere militare e politico di Venezia si riflette sulla lenta decadenza dell’Arsenale, più volte trasformato da Francesi e Austriaci, e definitivamente abbandonato negli anni ’70. Dopo un dibattito durato anni sul ruolo e sull’identità di questa parte di città, diviso tra riuso e conservazione, dall’inizio degli anni 2000 l’Arsenale diventa di nuovo sede delle energie internazionali che agiscono a Venezia: polo culturale, con le installazioni delle Biennali d’Arte e d’Architettura, e della ricerca avanzata, con l’insediamento di uffici e laboratori Thetis, dei laboratori di ricerca CNR-ISMAR, del Polo Tecnologico e Gestionale del Mose. Tra storicità e contemporaneità, difficili da conciliare a Venezia, spesso imbrigliata in un conservatorismo esasperato, autenticità e innovazione sembrano trovare qui il giusto compromesso, sia da un punto di vista funzionale che architettonico. La scelta di collocare all’interno dei Capannoni della “Novissima” (costruiti nel 1400 e restaurati nel 1800) il centro direzionale e di ricerca del CNR-ISMAR reinterpreta l’antica identità dell’Arsenale, da sempre legato alla ricerca e alla produzione di tecnologia avanzata.
Cecchetto&Associati, autori di buona parte degli interventi finora realizzati all’Arsenale, progettano i nuovi volumi come fossero le antiche galee costruite tra le ampie maniche dei capannoni.
Lo schema...
Digitale
Stampata
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