Il Louvre, a partire dai suoi sotterranei, mostra ed espone quasi un millennio di storia: dalle fondamenta medievali alla Cour Carrée del 1600, dalle piramidi di Pei del 1989 fino al padiglione, appena inaugurato, della Cour Visconti, progetto di Mario Bellini e Rudy Ricciotti. Le ultime addizioni si accostano alle strutture preesistenti come oggetti di design, appoggiati accanto ai volumi barocchi senza osare toccare le pareti del Palazzo: Pei con i suoi volumi puri e spigolosi, Bellini e Ricciotti con un manto dorato, leggero e vibrante, effimero e impalpabile, come si fosse fermato tra le facciate della Cour Visconti. Il padiglione, concepito in occasione del concorso indetto nel 2005 per il nuovo dipartimento delle arti islamiche al Louvre, è una semplice copertura, un enorme velo quasi sospeso e mosso dal vento, che ha il compito di mettere in comunicazione diversi livelli di realtà e di arte, oggetti esposti ed involucro architettonico, arti islamiche e superfici barocche, simbolo e immagine rappresentativa di una nuova addizione dello storico museo. La sensazione di impalpabilità e leggerezza, chiara fin dai primi render iniziali, diventa materia con la realizzazione di una copertura composta da una struttura reticolare spaziale rivestita da pannelli triangolari in doppia rete di alluminio stirata (color oro e argento) e pareti verticali in vetro extrachiaro con giunti invisibili. Il manto di copertura protegge uno spazio espositivo senza soluzioni di continuità tra interno ed esterno: le teche di cristallo e i vetri di chiusura in vetro chiarissimo annullano la separazione tra dentro e fuori per un percorso fluido e dinamico all’interno dell’antica corte. La luce filtrata dal mantello atterra su una superficie bruna e materica in cemento grigio satinato, ma al tempo stesso resa cangiante da inserti argentei e dorati. Una grande apertura del solaio introduce agli spazi sotterranei...
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