Il progetto per il nuovo Natural History Museum of Utah intreccia valutazioni architettoniche ed esigenze museologiche, sotto l’egida dell’attenzione ai temi ambientali e di ecosostenibilità (con la certificazione LEED Gold), in coerenza al suo ruolo scientifico e divulgativo. Il nuovo Museo costituisce un luogo d’elaborazione, alla confluenza fra cultura e natura, ripercorrendo le tracce del paesaggio e della storia, per consentire di identificare gli elementi che compongono il processo del tempo, dal passato al futuro, nella regione. Il nucleo concettuale del progetto diviene la coincidenza fra i compiti dell’Istituzione Museo e i compiti specifici dell’Architettura, per definire un’identità: costruire in un ambiente complesso innovative forme di qualità ambientale, con l’obiettivo di cercare nuove modalità di tutela ambientale. L’architettura diviene sintesi e concrezione delle conoscenze, risultato complesso di un itinerario di ricerca che apprende dal territorio, in senso lato: la concretezza del costruire, con le trasformazioni che si sedimentano come un ulteriore strato geologico, si appoggia alle astrazioni progressive, abbinando il programma museale con la formalizzazione di un edificio, che è parte di un vasto luogo e ne configura sequenze interpretative. Il progetto stringe il Museo al terreno, sul rilievo che delimitava la riva del lago preistorico Bonneville, ne definisce l’identità per blocchi stratificati, che salgono lungo il dislivello, e traguarda gli orizzonti: avvicinandosi dall’esterno, il Museo si confronta col rilievo montuoso retrostante; dall’interno, orienta la visione sul paesaggio e sulla storia naturale ed antropica della regione, il Gran Lago Salato, le miniere di rame, l’urbanizzazione di Salt Lake City, la corona di montagne. L’edificio si dispone su un asse nord-sud e si compone di due blocchi, a loro volta suddivisi in tre stecche adiacenti e parzialmente sovrapposte in pianta. I due blocchi si incernierano, con una lieve rotazione...
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