Chicago è la città americana per eccellenza, che esemplifica al meglio i valori americani di democrazia, duro lavoro e ottimismo. Ma al contempo, almeno fino alla nascita del Postmodernismo ormai quattro decenni fa, Chicago è stata anche crocevia e vetrina di alcuni fra i maggiori talenti dell’architettura in America: Louis H. Sullivan, Frank Lloyd Wright, Ludwig Mies van der Rohe. L’interazione tra questa realtà quotidiana concreta ma aperta e l’aspirazione della città a essere il fulcro di una creatività architettonica innovativa, ha sviluppato competenze specifiche e risorse di sapere tali da permettere la costruzione di edifici imponenti in condizioni climatiche estreme. Col tempo, questi aspetti della civilizzazione diventano fenomeni culturali, influenzando la cultura sia come arte nel suo senso più elevato sia come pratica sociale. Nella Chicago attuale l’Architettura con la “A” maiuscola non sogna un altrove, non anela a imitare qualche maestro straniero, non vagheggia ipotetiche realtà alternative. L’architettura, a Chicago, si concentra soprattutto sul costruire bene e sui limiti del costruire. John Ronan, uno degli architetti della nuova generazione, fonde questi tratti caratteristici riuscendo a conciliare nel suo lavoro il sapere pratico e l’espressione poetica. Arrivando all’aeroporto internazionale O’Hare si nota la griglia ortogonale delle città nord-americane voluta da Jefferson estendersi fino alla riva del lago Michigan, una massa oceanica di acqua grigio-blu che si estende a nord fino al Canada. Man mano che campi di grano, linee ferroviarie e autostrade interstatali convergono verso Chicago, la griglia si infittisce e si cominciano ad individuare alcuni tra i grattacieli più alti ed iconici del mondo ergersi al confine fra città e lago. A sud di questa vasta maglia di strade ed edifici John Ronan ha realizzato di recente due progetti contigui che lo hanno portato alla ribalta nazionale, il Gary Comer Youth Center e il Gary Comer College Prep....
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