Un museo da ampliare e rinnovare, un’importante istituzione culturale cui dare nuova identità: questi gli obiettivi del progetto del Museum der Kulturen di Basilea affidato a Herzog & de Meuron. Ad un paio di isolati dal fiume Reno, nel tessuto denso e compatto della Basilea medievale, l’edificio che ospita il museo, un’architettura classicista di Melchior Berri inaugurata nel 1849, sorge al posto dell’antica sede del monastero Agostiniano sulla collina della cattedrale. Soprannominato il “Museo Universale”, fu progettato per ospitare sia arti che scienze e accoglie oggi una delle collezioni etnografiche più importanti d’Europa grazie a continue donazioni e lasciti. Già nel 1917 fu ampliato dagli architetti Vischer & Söhne per ospitare quasi 40.000 pezzi. Da allora la collezione ha raggiunto i 300.000 oggetti e dal 2001 si è cominciato a pensare ad un’ulteriore espansione. Alla necessità di accogliere una collezione arricchita continuamente da nuovi pezzi e opere d’arte, si è aggiunta la volontà di dare una nuova immagine al Museo, di rinnovare e restituire visibilità ad una delle più importanti istituzioni culturali di Basilea. Ampliare ed estendere l’impronta dell’edificio esistente, in un contesto denso come il centro storico di Basilea, avrebbe penalizzato e ristretto la corte interna condivisa con gli altri edifici dell’isolato. La scelta degli architetti Herzog & de Meuron è stata quella di ripensare il museo a partire dall’attacco a terra e dalla copertura, ridefinendo non solo il volume dell’edificio, ma ridisegnando un nuovo spazio di pertinenza del museo, aperto e inserito all’interno della città, variando e reinterpretando le forme, gli spazi e i materiali tradizionali in chiave contemporanea. Il progetto parte dall’ingresso, prima condiviso con il Museo di Scienze Naturali sulla Augustinergasse, ora separato e indipendente: un piccolo varco collega la Münsterplatz al cortile posteriore del Museo, il Schürhof, prima inaccessibile. La corte...
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