Negli ultimi anni l’architettura del paesaggio ha assunto un ruolo sempre più centrale e delineato. Oggi l’attenzione critica si va sempre più focalizzando sulla riqualificazione degli spazi interstiziali tra gli edifici, sui tetti verdi ecologici e sul recupero di aree post-industriali. Tuttavia, è da oltre due decenni che Snøhetta fonde nei propri progetti architettura e paesaggio, in un rapporto sempre più integrato: lo studio con base a Oslo e più recentemente a New York sembra considerare gli edifici non come elementi inseriti nell’ambiente o impreziositi dalla natura circostante, ma quali componenti essi stessi del paesaggio, massicci e semi-naturali. Snøhetta è assurto a fama internazionale con il progetto vincitore del concorso per la ricostruzione della famosa Biblioteca di Alessandria d’Egitto, inaugurata nel 2002. L’enorme corpo cilindrico della biblioteca si staglia sulla Corniche lungo il Mediterraneo con il suo disco fortemente iconico inclinato verso il mare a copertura dell’interno articolato in livelli terrazzati. La nuova Opera House di Oslo sembra invece sorgere direttamente dalle acque del fiordo, con il suo volume definito da un’analoga composizione di masse monolitiche e piani inclinati. Completato nel 2008, il teatro dell’opera non è un oggetto astratto, isolato e idealizzato, ma è concepito come un magnete urbano, come elemento catalizzatore di sviluppo che favorisce le relazioni sociali, la sosta, la curiosità. Attualmente Snøhetta ha appena completato il primo di numerosi progetti in corso negli Stati Uniti. Il Wolfe Center for the Arts, realizzato in collaborazione con lo studio associato The Collaborative, emerge dal tipico territorio pianeggiante del nord-ovest dell’Ohio con un basamento inclinato sormontato da una torre scenica ondulata. La nuova struttura è rivolta verso il campus universitario statale di Bowling Green: presenta un pendio in salita verso est con una copertura a verde accessibile dai dormitori adiacenti, per...
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