In India, come in Cina, una nuova generazione di architetti affronta la sfida dello sviluppo architettonico di un paese vasto e densamente abitato in corsa per mettersi al passo con il mondo industrializzato. La liberalizzazione economica, sopraggiunta nei due paesi durante i primi anni Novanta, ha consentito a piccole imprese di affermarsi accanto ai monopoli statali. La classe media urbana è in espansione e le città stanno esplodendo per il grande afflusso di popolazione che proviene dalla campagna in cerca di occupazione. Lussuosi grattacieli svettano accanto a squallide baraccopoli, modeste botteghe accanto a scintillanti parchi commerciali. Le disparità tra ricchezza e potere scandalizza gli stranieri, mentre la cultura indiana, profondamente radicata, e la sua vivace democrazia smorzano quelle tensioni che nei paesi occidentali sarebbero invece motivo di agitazioni sociali.
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