La soglia si è spostata. Non solo in senso figurato. Il limite tra esterno e interno è sempre più labile. La natura entra in casa e l’interior si proietta verso l’esterno. I soggiorni assomigliano a giardini d’inverno pieni di piante che prendono luce dalle pareti vetrate dei grattacieli, cristallini diaframmi tra il dentro e il fuori. Patii e terrazze sono arredati come soggiorni, con imbottiti comodi e accoglienti, rivestiti con i nuovi materiali tessili resistenti alle intemperie e ai raggi UV. Paola Lenti, ad esempio, ha messo a punto due prodotti esclusivi per rivestire le sue sedute, “Rope” e “Aquatech”. Il primo è realizzato, intrecciando a mano o meccanicamente, un filato poliolefinico modificato. Il secondo deriva da un filato poliammidico che, attraverso particolari lavorazioni, assume l’aspetto e la consistenza della paglia naturale.
Le categorie tipologiche tendono a ibridarsi: i mobili da giardino arredano cucine e soggiorni, regalando un sapore di vissuto alle moderne attrezzature e le poltrone escono in terrazza, magari vestite a fiori.
Il verde si arrampica sulle facciate (Musée des Arts premiers, quai Branly), ricopre le pareti dei soggiorni (i muri vegetali di Patrick Blanc); i boschi diventano verticali (progetto dello studio Boeri al quartiere Isola, Milano); gli alberi svettano in cima alle costruzioni (Gaetano Pesce). Cacciate dalle foreste, spianate per farne arterie di comunicazione o campi di mais da trasformare in carburante, le piante tornano in città. Si arrampicano sui muri ed entrano nelle case: non in vaso, ma come nuova pelle dei muri. Pelle viva, da mantenere e curare, come la più delicata delle epidermidi, che matura e invecchia al pari di quella del corpo. Si moltiplicano perciò le proposte d’arredi per esterni, non più solo per il fuori, e aumenta il numero delle aziende che si dedicano a queste tipologie di prodotto, ormai polivalenti. Il settore è in crescita. C’è chi si converte ai mobili per esterno,...
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