VM House

Scritto da Emiliano Gandolfi - 8 gennaio 2010

Julien De Smedt e Bjarke Ingels considerano l’architettura come un processo darwiniano di selezione, nel quale i modelli sperimentano idee diverse. Il progetto non parte mai da una estetica, ma emerge dalla collisione e dalla fusione delle molteplici forze contraddittorie della nostra società. Come architetti si considerano dei mediatori, in grado di “coordinare, tracciare e editare” le energie annidate nelle forze sociali, politiche e commerciali delle città. Questo entusiasmo ed esuberanza creativa ha portato Plot, fondato nel 2001 dal belga
De Smedt e dal danese Ingels dopo una comune esperienza di lavoro al Metropolitan Office for Architecture di Rem Koolhaas, ad essere considerato uno degli studi più promettenti a livello europeo, con decine di commissioni e premi prestigiosi come il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per la miglior sala da musica e l’AR+D Award per l’architettura emergente. Plot ha appena ricevuto un riconoscimento dalla rivista svedese “Forum” per il miglior edificio nordico. Nel caso di VM House, il progetto più esteso ultimato dallo studio, De Smedt e Ingels hanno applicato un processo di sintesi e di ricerche sulle esigenze abitative di Ørestad, un quartiere di nuova urbanizzazione appena fuori dalle mura di Copenhagen, reinterpretando l’unità residenziale modernista per eccellenza, l’Unité d’Habitation di Le Corbusier.
La linearità è stata spezzata per evitare l’effetto vis-à-vis con l’edificio di fronte, ogni appartamento ha vista laterale sul parco e l’intero stabile è sollevato da terra per dare continuità al giardino. La piegatura non è un elemento solamente esteriore ma ha prodotto una serie di asimmetrie interne, generatrici di 76 tipologie diverse di appartamenti, pensati in termini tridimensionali: ad un piano, duplex o triplex. Quasi tutti gli appartamenti hanno un ambiente a doppia altezza a nord e vista panoramica e balconi a sud. Infine, un altro riferimento a Le Corbusier sono i corridoi centrali,...