Juli Capella, architetto, critico del design, curatore di mostre, fondatore nel 1984 di De Diseño, la prima rivista specializzata spagnola, quindi dal 1988 al 1994 editore di Ardi, dal 1995 al 2000 responsabile del design per Domus, nel 1992 curatore della Primavera del Disseny, che di design se ne intende, ha scritto un libro su Rafeal Moneo designer, pubblicato nel 2005 da ESTAB (Escola Tecnica Superior d’Arquitectura de Barcelona) con il contributo di Santa&Cole (1*). Il volume si rivela occasione per riflettere sul rapporto tra design e architettura; sull’interdisciplinarità come arricchimento, più che come contiguità; sulla diversità dei processi creativi; sui requisiti del design.
Pur considerandosi un designer amatoriale, Rafael Moneo ha disegnato vari pezzi, anzi ha cominciato la sua attività nel 1959, quando era ancora studente, disegnando per un concorso di design un set di posate, cui attribuisce un voluto carattere arcaico. Ha disegnato e disegna, anche se considera diverso il mestiere dell’architetto da quello del designer, non perché sia stato sollecitato a creare dei pezzi di design, ma perché ritiene che gli arredi siano parte integrante degli interior, considerati non secondari, ma molto importanti per una buona architettura. “Il mio design”, afferma, “chiarisce, in termini d’atmosfera, le intenzioni delle mie architetture. Ho disegnato in ogni minimo dettaglio i corrimani della stazione di Atocha (Madrid 1984), non perché pensassi che nella produzione di serie non ci siano dei buoni corrimano, ma perché ritenevo che nessuno fosse adatto a quella architettura”.
Il corrimano, del resto, è un tramite immediato per la percezione del luogo, per questo non può esservi estraneo e merita l’attenzione dell’architetto.
Conviene perciò citare anche quello in legno del Kursaal di San Sebastian (1990-1999). Con la sua sezione organica è un dettaglio che molto racconta delle “intenzioni” di quella superba architettura, rivelando le...
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