Si temeva l’effetto guerra, la peste asiatica. Invece il Salone del Mobile di Milano (Aprile 9/14, 2003), ancora una volta, gliel’ha fatta a fare il pieno di presentazioni, espositori, mostre, operatori, designer, giornalisti e curiosi.
Sono arrivati 171.529 operatori da tutto il mondo durante i sei giorni della manifestazione. Il calo asiatico è stato, in parte, compensato dalla presenza di russi, giapponesi, britannici e americani. Sono arrivati 3.263 giornalisti dei quali 1.512 stranieri provenienti da 59 paesi, un’orda assetata d’interviste e di novità. E la domenica, giorno d’apertura al pubblico, il quartiere fieristico è stato visitato da ben 15.039 non addetti, a conferma che i beni per la casa sono in cima ai desideri dei consumatori. L’afflusso di pubblico, forse inferiore alla media, ma certo superiore alle pessimistiche attese, ha ripagato lo sforzo del Cosmit, che ha ampliato il suo raggio d’interesse, inserendo un nuovo padiglione dedicato all’arredo bagno e alla biancheria per la casa. Ha allestito con il patrocinio del Comune di Milano, per la prima volta partecipe dell’evento che dà alla città il carisma di capitale internazionale del design, la mostra “Immaginando Prometeo”, al Palazzo della Ragione in Piazza dei Mercanti. Ha anche organizzato all’interno della Fiera, ma aperta al pubblico, la rassegna Belight, dedicata ai lampadari (ben 200 in mostra, anche se mancavano alcuni esemplari illustri) e, in collaborazione con la rivista Interni, agli East End Studios (Via Mecenate) la mostra Earthly Paradise. Il pubblico specializzato e generico ha gratificato le oltre 300 manifestazioni sparse in ogni angolo della città. E’ stato un Salone più nutrito del solito, quasi a scongiurare una crisi serpeggiante che destava non poche preoccupazioni. “Il Salone della svolta, che annuncia la ripresa”, come ha commentato Rosario Messina, titolare della Flou e presidente del Cosmit. Mai come quest’anno i quotidiani hanno sparso inchiostro sui...
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