Stoffe di origine naturale, tatami, legno, bambù legano il presente alle radici passate del territorio, ma tessuti ed essenze vengono impiegati con tecniche innovative e quasi inaspettate.
Circondati da ceramiche e opere lavorate a mano, tessuti tipici della tradizione giapponese e dettagli in bambù, manufatti in legno e motivi legati alla trama dei tatami, si ha la sensazione di essere all’interno di un laboratorio artigiano. Appare così, fin dai primi passi, il Noma Kyoto, il ristorante pop-up (aperto da metà marzo a metà maggio 2023) del famoso chef René Redzepi firmato da OEO Studio. Lavorando immersi nell’atmosfera e a contatto diretto con lo stile dell’Ace Hotel Kyoto, gli architetti hanno trasformato il suo ristorante in uno spazio equilibrato tra suggestioni nordiche e orientali, tra contaminazioni provenienti dalla terra d’origine del Noma – la Danimarca – e dalla città giapponese. Un dialogo, questo, che si articola tanto a livello architettonico quanto culinario: lo studio ha infatti lavorato a stretto contatto con il team di Noma e, in particolare, con la sua interior stylist, Christine Rudolph, per creare un’atmosfera rispettosa dell’identità del ristorante stellato e al contempo di quella orientale, già ben percepibile grazie alla presenza di ampie vetrate affacciate su un’oasi verde esterna.
Per catturare lo spirito di entrambe queste realtà e renderle tangibili all’interno di uno spazio di oltre 250 m2 complessivi – tra open space principale e ali secondarie, di cui due aree separate per esperienze personalizzate e private –, si è puntato in particolare su toni delicati e caldi dagli effetti a tratti audaci e impreziositi da un’illuminazione soffusa, ma anche su materiali legati alla terra e alle tradizioni artigianali rilette da artisti contemporanei. Stoffe di origine naturale, tatami, legno, bambù legano il presente alle radici passate del territorio, ma questi tessuti e queste essenze vengono impiegati con tecniche innovative e inaspettate: le stuoie in tatami dai tanti colori, per esempio, sono utilizzate come schermi acustici a parete o come elementi divisori tra un ambiente e l’altro, mentre le diverse strutture in bambù a soffitto sono funzionali nella suddivisione degli spazi e nella definizione dell’identità. Nella sala principale, in particolare, l’effetto ricreato è quello di una foresta di alghe, per la quale è stata fondamentale la collaborazione con un produttore di tenugui (tipici asciugamani giapponesi in cotone) e con Natural Material Studio di Copenhagen, realtà che studia le potenzialità dei materiali per la creazione di esperienze innovative dal punto di vista sensoriale.
L’interior design del Noma Kyoto è così interamente giocato sul contrasto equilibrato tra dettagli provenienti dalla cultura giapponese e da quella del nord Europa, un dialogo che si riflette e allo stesso tempo scaturisce anche dagli arredi e dai corpi illuminanti, alcuni di questi progettati dallo stesso OEO Studio. Un esempio su tutti le lampade a soffitto pendenti firmate dal designer danese Jonas Edvard: queste Algae Paper Lamp sono realizzate, come suggerisce il nome, in alghe danesi e carta termoformata. Anche queste soluzioni illuminanti rispondono pertanto alla filosofia propria di Noma e di OEO Studio, incentrata sulla commistione e sulla trasformazione: la cucina di René Redzepi è da sempre nota per la sua vena sperimentale e trasformativa, una qualità che viene riproposta qui in chiave architettonica e di design.
Come nel caso dei pop-up di Tokyo, Sydney e Tulum, anche «la pianificazione di questo ristorante ha richiesto circa due anni – ha sottolineato lo chef –: tutto deve essere considerato attentamente, dalla scelta dei prodotti enogastronomici ai produttori, fino all’aspetto del locale. OEO Studio è riuscito a creare uno spazio basato sulla nostra identità, ma che al contempo mostra un grande rispetto per il design e l’artigianato locale».
Luogo: Kyoto, Giappone
Committente: Noma Completamento: 2023
Superficie lorda: 250 m2
Progetto degli interni: OEO Studio
Appaltatore principale: Isetan Mitsukoshi Property Design
Fotografie: Kotaro Tanaka, courtesy OEO Studio
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