Massimo Valente - LARGE
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LARGE

Massimo Valente

Kitchen Design Special Contest  /  Completed
Massimo Valente
Tre progetti, tre contesti, tre famiglie, tre dimensioni.
Un unico atteggiamento che ha come fil rouge l’interpretazione dello spazio della cucina.
Lontani dai luoghi comuni, non per mero dissenso piuttosto per una formazione che si muove tra ricerca e applicazione.
Sebbene da tempo sia consolidata la tendenza che vede la cucina in forte relazione con il soggiorno, la sensazione che tuttavia percepisco, dall’osservazione dei comportamenti, dalle discussioni con i committenti, è che tale deriva sia legata più a questioni di spazio (che riportano in auge i temi dell’existenzminimum) che ad una reinterpretazione del ruolo della cucina come protagonista dello spazio sociale.
Da una parte questa affiliazione la sminuisce ad un’appendice del soggiorno, l’angolo cottura, e dall’altra, ancora troppo spesso, non si riesce a scardinarne la necessità inviolabile di essere uno spazio chiuso e concluso.
La cucina è evidentemente lo spazio più attivo della casa, dove c’è il maggior movimento in, da, e verso, ed è probabilmente per questa ragione che la porta è quasi sempre aperta.
Non è in discussione il fatto che sia opportuna una separazione fisica, soprattutto quando cucina la nonna, ma il punto su cui desidero soffermarmi è il suo ruolo di cerniera nella casa; questa riflessione sposta la ricerca verso uno spazio di condivisione, di racconto, che raccoglie il branco, come in un rituale ancestrale, riunendo tutta la famiglia intorno ad un punto, sia esso un focolare o un tavolo.
Se questa è un’esigenza che forse sentiamo a livello genetico, di converso, il nuovo ruolo a cui ambisce, di spazio sociale, diventa lo spunto per rapportarsi con il soggiorno in modo nuovo, prendendone in prestito alcuni stilemi e rinunciando a quegli altri caratteri distintivi che per definizione ne individuavano il ruolo.

Il pavimento è un’unica superficie fluida ed omogenea, i contenitori spariscono nel volume delle pareti, la porta non c’è più, come pure le pareti, ma lo spazio è sotteso con altri strumenti.
Spariscono i rivestimenti che lasciano il posto a lastre di gres porcellanato laminato nei grandi formati, pareti tecnologicamente performanti, spariscono soprattuto i pensili.
La percezione dello spazio la fa da padrona da una parte ampliando le superfici calpestatili, dall’altra guadagnando uno spazio all’esterno che non è più un quadro fisso, ma una sequenza di fotogrammi il cui movimento risponde al percorso dell’utente all’interno, spaziando con lo sguardo attraverso le superfici trasparenti che si aggiungono nel momento in cui si fondono gli ambienti.
E’ chiaro che non si tratta di un capriccio piuttosto di un diverso modo di vedere le cose.
Cambia tutto!

L’appartamento è utilizzato da una famiglia composta da quattro persone e forse, per forma e per dimensioni questo era proprio il caso in cui la cucina poteva essere circoscritta senza alterare le scelte progettuali.
Ma la passione per la cucina, la necessità di controllo sullo spazio che garantisce visuali libere mentre i bambini giocano, la condivisione nei momenti di preparazione, la scelta di uno spazio fluido sono le ragioni che confermano il nuovo ruolo assunto dalla cucina: “un dispensatore di intimità”.

Le richieste della committenza, una giovane coppia (imprenditore lui ed esperta di arte lei), sono quelle di ottenere un ampio soggiorno di circa 100,00mq con cucina a vista, un bagno per gli ospiti, una grande camera da letto per i bambini che nel frattempo sono diventati due, una camera padronale con spogliatoio e bagno.

Rispetto all’impianto iniziale, il progetto sposa l’orientamento della zona giorno lungo il lato della grande terrazza che affaccia sul giardino.
La scelta, quasi obbligata, privilegia la posizione della cucina verso la parte più privata della casa, che sfuma sulla terrazza che, a sua volta, sfuma nel paesaggio a ridosso del giardino, dal quale è possibile accedere all’appartamento per mezzo di un ingresso indipendente.

E’ la preesistenza di tre pilastri che detta la scansione della composizione e diventa lo spunto per questa organizzazione di tipo circolare.
Da elemento di ostruzione si trasformano in elementi funzionali per gli impianti tecnologici audio-video, del quadro elettrico (a tutt’altezza) per la gestione domotica dell’appartamento, sono luci e contenitori che con la loro fisica presenza suggeriscono visioni multiple cui fa da sfondo la libreria costituita da quattro monoliti che per conformazione generano uno spazio dinamico sulla parete che divide la zona notte da quella giorno.

L’ampia isola della cucina a vista, impone la sua presenza in uno spazio troppo spesso legato ad una rappresentanza occasionale, il salotto buono. È realizzata completamente in Corian, è esposta su due lati garantendo una luce variabile nel corso del giorno, e domina la vista del living offrendo il totale controllo dello stesso.
Il piano operativo di 3,60 x 1,20 ml sottende la sua funzione enfatizzata dal cambiamento cromatico-materico della pavimentazione, e sottolineata dal ribassamento del soffitto che ospita i sistemi tecnologici dell’illuminazione, dell’impianto a tutt’aria e della cappa a filo.
La parete frigo-forno-dispensa comprime lo spazio ed il piano adiacente a sfioro della grande finestra bilicata, completa la composizione.
I varchi asimmetrici, tra il blocco degli elettrodomestici e la parete di confine con la terrazza, gerarchizzano i passaggi favorendo il movimento dei bambini da questo lato, incoraggiati anche dal fatto che in questa porzione dell’isola che guarda il soggiorno, è stato dedicato lo spazio per sedersi e consumare una colazione o un pranzo veloce, isolando la parte dei fuochi, di pertinenza dei genitori.

La luce, sia naturale che artificiale, rappresenta un fattore fondamentale per la lettura della composizione enfatizzando le superfici lisce o lavando quelle materiche dove la fanno da padrona le tecnologie Led, con linee omogenee emittenti e apparecchi illuminanti in gesso che si fondono nel soffitto.

Credits

 Roma
 Italia
 Privato
 05/2015
 220 mq
 Massimo Valente
 Massimo Valente
 Cirlan Tache Marian
 Next Domus - Ceramiche Appia Nuova
 Paolo Callarà

Curriculum

Si laurea a Roma dove si forma presso lo studio Manfredi Nicoletti Associati. Di indole più intimistica, persegue nel tempo un percorso ad una scala a lui più consona, quella dello spazio interno.
I suoi progetti sono stati pubblicati su riviste di settore, altri sono stati aperti al pubblico nelle edizioni di Open House Roma. Partecipa a Concorsi Internazionali nei quali riceve premi e segnalazioni, come quello per la Valorizzazione del Parco delle Mura di Piacenza, o il Museo di Capodimonte a Napoli. Lavora con aziende di fama internazionali quali Mondadori, Banca Mediolanum, Intercontinental Hotel Group, Thyssen Krupp. A Doha, in Qatar, gestisce il progetto del grattacielo della Wood. Docente a contratto presso la Facoltà di Architettura Valle Giulia. PHD in architettura degli interni e allestimento discute la tesi sul “Senso e significato dello Spazio Interno”. Autore del libro “Il valore intimo dello spazio” edito Kappa, è pubblicato, tra le altre, da Palombi, Alinea, Gangemi.

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