Aurelio Galfetti, Carola Barchi, Alex Braggion, Luciano Schiavon - An institute in symbiosis with the city, mountains and castles
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An institute in symbiosis with the city, mountains and castles

Aurelio Galfetti, Carola Barchi, Alex Braggion, Luciano Schiavon

Health  /  Completed
Aurelio Galfetti, Carola Barchi, Alex Braggion, Luciano Schiavon

La nuova sede dell'Istituto di Ricerca in Biomedicina a Bellinzona ospita, oltre all'IRB, l'Istituto Oncologico di Ricerca (IOR) e i laboratori di ricerca traslazionale dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC). Questa realizzazione, molto prestigiosa per il Canton Ticino, sia per la rilevanza internazionale della ricerca svolta dai tre istituti, sia per l'ambizione architettonica, ha tratto origine da un concorso internazionale in due fasi vinto nel giugno 2015 da un gruppo di architetti capitanato dal compianto Aurelio Galfetti con Carola Barchi, Alex Braggion e Luciano Schiavon. L'idea vincente del progetto è di identificare chiaramente l'edificio per la sua importanza pubblica esprimendolo, nel contempo, con la stessa semplicità, rigore e novità che connotano quella ricerca scientifica che ospita. La prima scelta è stata di realizzare un edificio basso (circa la metà di quanto consentito), in modo da disporlo all'altezza delle chiome degli alberi. Così l'edificio permette di conservare la visione del profilo delle montagne, della città e dei castelli. L'inserimento dell'edificio nel contesto urbano è proiettato allo sviluppo futuro che prevede la realizzazione di un polo scientifico da inserire nel grande parco a sud del Bagno Pubblico (opera di esordio di Aurelio Galfetti). Il rigore programmatico è concretizzato in una struttura statica essenziale, congegnata in tre piani fuori terra dei quali i due superiori, sbalzanti, poggiano su una struttura a tisch. Questo dispositivo esprime l'organizzazione orizzontale dei laboratori del 2° e 3° livello, spazi luminosi e totalmente aperti sul paesaggio e sulla città. Le unità di ricerca sono infatti identificate con due fasce sovrapposte di finestre: enormi specchiature cristalline a tutta altezza (10 metri quadrati ciascuna), prive di accessori esterni, che ribadiscono il carattere speciale dell'edificio rispetto al contesto e che consentono all'ambiente dei laboratori una espansione percettiva nello spazio esterno del paesaggio. Queste finestrature continue sfociano nell'atrio centrale a tripla altezza, completamente trasparente e intramezzato da due ponti anch'essi di acciaio e vetro, che costituisce il fulcro architettonico dell'opera, rappresentando, ad un tempo, l'entrata all'edificio, la congiunzione tra i due blocchi, il crocevia delle circolazioni orizzontali e verticali ma soprattutto una delle due principali zone d'incontro. Queste sono particolarmente importanti per un'attività a così alto tasso di creatività e complessità, perché lo scambio tra i diversi ricercatori è in grado di fertilizzare la ricerca, oltre a formare un senso di comunità. L'altro luogo ombelicale è la caffetteria: è uno spazio flessibile che può, grazie al suo sistema di pareti manovrabili, dare luogo a tre differenti scenari per la sala seminari incorporata. Gli ingombranti apparati tecnologici, ordinariamente posti sul tetto, sono invece previsti ai piani, all'interno di corti centrali che costituiscono una vera e propria spina dorsale della composizione. Ciò ottimizza la connessione tra i macchinari e i laboratori, oltre a permettere di avere un tetto come una quinta facciata, visibile dai piani superiori delle costruzioni adiacenti e dalle alture della città. Il centro di ricerca di Bellinzona è un edificio che risponde alle severe prescrizioni del protocollo ecologico svizzero Minergie. La facciata descritta in precedenza è una Close Cavity Façade: si tratta di grandi cellule prefabbricate composte da un serramento a triplo vetro con un ulteriore vetro esterno; tra questi si forma una cavità, mantenuta pulita da un sistema continuo di insufflaggio di aria disidratata, nella quale è collocata la tenda veneziana. La sfida si è accentuata con il proposito di collocare un impianto fotovoltaico sul tetto dell'edificio con 1'300 pannelli, in grado di produrre oltre 400KW elettrici, posati in modo da ottenere una superficie perfettamente piana, orizzontale e praticabile: questo impianto realizza quindi la quinta facciata.

Credits

 Bellinzona
 Svizzera
 Fondazione Istituto di Ricerca in Biomedicina
 11/2021
 11929 mq
 Aurelio Galfetti, Carola Barchi, Alex Braggion, Luciano Schiavon
 Direzione Lavori: Arch. Marco Bondini- Bondini Sagl (CH) Direzione Architettonica: Arch. Aurelio Galfetti, Arch. Alex Braggion, Ing. Luciano Schiavon Direzione lavori impianti meccanici: Ing. Marcello Tezze – STEAM srl Padova Direzione operativa impianti elettrici: Ing. Alessandro Barberio – STEAM srl Padova Direzione Lavori strutture: Ing. Leo Girardi – Messi associati SA – Bellinzona (CH)
 Consulenti: Consulente antincendio: Ing. Simone Bassetti – Erisel SA- Bellinzona (CH) Consulente Minergie: Ing. Simone Bassetti – Erisel SA- Bellinzona (CH) Consulente acustica: Ing. Simone Bassetti – Erisel SA- Bellinzona (CH)
 Enrico Cano

Curriculum

Aurelio Galfetti (1936 - 2021, CH), fondatore della scuola ticinese, ha costruito oltre 80 opere, tra cui il Bagno Pubblico, la ristrutturazione del Castelgrande a Bellinzona e la Mediateca di Chambéry. Ha fondato l’Accademia di Architettura di Mendrisio.
Carola Barchi (1966, CH) si occupa di architettura e urbanistica. Ha costruito la sede dello studentato di Mendrisio (CH).
Luciano Schiavon (1962, IT) si occupa di architettura e urbanistica. Ha fondato con A. Galfetti, LVL Architettura, con il quale ha costruito il Net Center a Padova; Ha tenuto conferenze allo IUAV, alla Biennale di Architettura di Venezia e a Lugano (CH).
Alex Braggion (1972, IT) è stato assistente alla didattica allo IUAV.
Nel 2015 fondano Atelier 4 Architetti, a Lugano (CH) con Aurelio Galfetti (CH).

https://www.irb.usi.ch/it/


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