Ridurre l’impatto ambientale del costruito, integrando il nuovo complesso con il contesto circostante, ridando nuova vita ad un luogo considerato una frattura nel tessuto urbano di Milano, questi gli obiettivi del progetto De Castillia 23, che riporta in vita un vecchio edificio rimasto per anni incompiuto e abbandonato, riconsegnando alla città di Milano un luogo all’altezza dell’innovazione e della contemporaneità che caratterizza il contesto circostante. L’edificio è costituito da due corpi di fabbrica di 53 e 15 metri di altezza, disposti in modo da formare un angolo di 45°, caratterizzati da una facciata innovativa e dinamica, dove protagonisti assoluti sono il “vuoto” del vetro e il “pieno” dei rivestimenti. La facciata sud è caratterizzata da un gioco di elementi metallici posti in diagonale, che intersecandosi disegnano dei rombi, incorniciati da un telaio esilissimo di alluminio che sostiene due lastre di vetro temperato dalle inclinazioni differenti, in grado quindi di riflettere la luce in modo sempre diverso durante l’intera giornata. Sullo stesso fronte sud sono protagoniste le tonalità chiare del vetro, del ceppo lombardo e dei rivestimenti in grès porcellanato dei balconi, mentre sul fronte nord la purezza del vetro si alterna al carattere pieno, uniforme e materico delle connessioni verticali dei corpi scala, per i quali si è scelto di utilizzare delle lastre grigio antracite in lamiera stirata che contrastano con il vuoto del vetro e spezzano il disegno geometrico dei rombi. La soluzione proposta da Progetto CMR, si configura come un intervento a 360 gradi, che mira non soltanto a rivoluzionare gli aspetti puramente estetici dell’edificio, ma che va anche e soprattutto a incrementarne la funzionalità, le prestazioni energetiche e l’efficienza complessiva. Parte delle pareti esterne è rivestita in gres porcellanato Fiandre Architectural Surfaces applicato con sistema di facciata ventilata Granitech con aggancio a vista, apportando notevoli vantaggi in termini di durabilità della parete e di efficienza energetica, soprattutto in caso di edifici che si sviluppano in altezza. Questo sistema di rivestimento, per le sue caratteristiche costruttive che determinano una camera d'aria tra parete e rivestimento, attiva un'efficace ventilazione naturale assicurando notevoli benefici di rimozione di calore e umidità garantendo un elevato confort interno. Particolare attenzione è stata posta nella selezione del materiale di rivestimento della facciata: lastre in gres porcellanato rese “eco-attive” attraverso un trattamento che le garantisce efficacia antibatterica, anti- inquinante, anti-odore e auto-pulente . Tutto questo grazie alla presenza di biossido di titanio (TiO2), con aggiunta di argento, che le trasforma in un materiale fotocatalitico. La fotocatalisi fa sì che, in presenza di aria, umidità e luce, avvenga un potente processo ossidativo che porta alla decomposizione di contaminanti organici ed inorganici che vengono in contatto con la superficie ceramica. Nel caso specifico di De Castillia 23 lo sporco aderisce meno alla superficie delle lastre ceramiche con conseguente riduzione di costi di manutenzione. Inoltre, le molecole volatili di inquinanti pericolosi, come ossidi d’azoto (NOx) e composti organici volatili (VOC) vengono convertite in sostanze innocue. Stime condotte da Dipartimento di Chimica dell’Università di Milano indicano che, in relazione al progetto De Castillia 23, l’impiego di 16088 mq di gres porcellanato Active sono in grado di compensare 59 kg / anno di ossidi di azoto equivalenti ad oltre 200.000 mq di aree verdi. L'edificio è poi contraddistinto dall’impiego di impianti di ultima generazione, che utilizzano fonti rinnovabili per la produzione energetica. Il sistema fotovoltaico integrato in copertura produce circa 40.000 kWhel/anno di energia pulita evitando l’emissione in atmosfera di 13 tCO2/anno. Una pompa di calore ad acqua di falda ad altissima efficienza sfrutta l’energia geotermica sia per il riscaldamento che per il raffreddamento degli uffici, senza rilasciare inquinanti localmente. I 2.000 mq a verde previsti nel progetto concorreranno poi a rendere più salubre l’ambiente e a purificare l’aria circostanti, assorbendo circa 12 tonnellate di anidride carbonica all’anno e rilasciando 9 tonnellate di ossigeno, secondo le ricerche condotte dal team di Ricerca & Sviluppo di Progetto CMR. Per quanto riguarda gli ambienti interni, sono stati condotti degli studi ad hoc per migliorare i livelli di illuminazione naturale negli uffici, risolvendo alcune criticità legate alla struttura già presente dell’edificio, come l’elevata profondità dei corpi edilizi esistenti: il risultato finale è un aumento atteso del 30% della luce diffusa e del 36% della luce globale (diretta+diffusa) rispetto ad un edificio a uffici standard, con conseguente riduzione dell’utilizzo dell’illuminazione artificiale e risparmio di consumi energetici.
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