Cino Zucchi Architetti | Binini Partners - New hospital in Andria: an architecture in symbiosis with the landscape
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New hospital in Andria: an architecture in symbiosis with the landscape

Cino Zucchi Architetti | Binini Partners

Health  /  Future
Cino Zucchi Architetti | Binini Partners
Il progetto per il Nuovo Ospedale di Andria (BT) è il risultato di una gara vinta ad Ottobre 2020 dal RTP guidato da Binini Partners (capogruppo mandataria), con mandanti CZA Cino Zucchi Architetti, Ing. Damiano Tinelli, BMS Progetti, BMZ Impianti, Paisa’ Architettura del Paesaggio-Stignani Associati, Systematica, T.E.S.I. Engineering, AR/S Archeosistemi e SIL engineering.
Il progetto per il nuovo Ospedale di Andria si colloca all’interno di un territorio dalle forti peculiarità ambientali, tra cui spiccano il geo-sito della dolina carsica del Gurgo ed il Parco Nazionale dell’Alta
Murgia, che racchiude il celeberrimo Castel del Monte ed il Bosco Finizio; queste “gemme” sparse nel panorama pugliese, uniche per valenza di identità culturale e geografica, fanno parte delle località connesse dalla rete di percorsi di interesse paesaggistico denominati Cammini federiciani.
Da una analisi del sistema urbano della città  di Andria, si evince come la maglia del costruito sia
fortemente intrecciata alle trame rurali, dando luogo ad un tessuto in stretta continuità tra edificato e agricoltura destinata a vigneti, uliveti e seminativi semplici.
L’integrazione degli elementi di progetto con l’ecosistema circostante avviene quindi tramite il rispetto delle preesistenze e delle suggestioni tipiche del territorio, siano esse le visuali aperte, l’orografia pianeggiante e la presenza dell’ulivo come componente del paesaggio e della cultura locale, elemento simbolo di congiunzione alla tradizione rurale mediterranea.

L’idea di architettura e città come “organismo” coerente piuttosto che addizione di parti, è il concetto alla base del nostro progetto. In due forme: dall’interno, come la creazione di una serie di spazi di percorsi, di sosta e di socializzazione che innervino il complesso e diano ad esso un senso di struttura urbana ospitale e facilmente percorribile dal pubblico; dall’esterno, come una grande cura nella concezione e nel disegno degli spazi aperti di transizione verso la città e la natura circostante.
Invece di risultare come una mera addizione di edifici isolati e connotati da singole funzioni, il complesso del nuovo ospedale è percepito da lontano come un volume chiaro che dialoga con il paesaggio in forma sintetica ed alla scala adeguata. Il perimetro dalla geometria semplice che tiene insieme le sue varie parti è continuamente scavato da corti verdi al contempo intime e aperte sul paesaggio circostante. Esse costituiscono la vera anima del progetto: elementi ambientali capaci di donare luce e affaccio agli ambienti interni in proporzione alle loro necessità e al contempo di diventare spazi pubblici connotati da diversi gradi di intimità o apertura.

Tutti gli spazi del lotto non occupati dal complesso edilizio sono stati disegnati non solo in rapporto al loro ruolo di natura logistica, ma anche come un articolato spazio collettivo capace di generare una serie di transizioni dolci tra la scala paesaggistica e quella degli interni. Una lingua pavimentata si protende dall’ingresso principale sull’angolo nord-ovest verso la rotatoria che separa all’origine l’ingresso dei pazienti e visitatori da quello delle ambulanze. Una lunga vasca d’acqua bordata da una seduta continua in pietra definisce lo spazio pedonale e guida i visitatori verso la corte di ingresso, accompagnata da una fila di lampioni in asse con le snelle colonne metalliche del portico che conduce all’ingresso principale.

La varietà delle funzioni ospitate dai corpi di fabbrica del complesso e le loro diverse necessità di vista e illuminazione naturale, anche in rapporto alla loro posizione rispetto ai punti cardinali, è tenuta insieme sul perimetro esterno da un elemento che dona unità al complesso e al contempo registra e rappresenta la diversità delle parti attraverso una serie di variazioni. Su di un modulo base di 50 cm, una serie di paraste verticali realizzate in pietra artificiale di colore chiaro con inerti in pietra di Trani prendono una dimensione trasversale e un ritmo conforme alle necessità degli affacci retrostanti. In corrispondenza delle corti, lo schermo lapideo si fa diafano e crea un rapporto osmotico tra corte e giardino circostante attraverso un grande arco che è al contempo soglia e diaframma tra due spazi di natura diversa, come gli archi che talvolta coprono le strade di Andria antica. Il ritmo semplice delle paraste che articolano il profilo esterno del complesso hanno la semplicità e l’astrazione del romanico pugliese e tuttavia le loro proporzioni e le soluzioni tecniche appartengono del tutto a un’architettura contemporanea capace di esprimere in forma compiuta la dimensione sociale del nuovo ospedale.
Se il perimetro esterno è marcato dalle grandi campate degli archi e dalla scansione verticale delle paraste, le facciate che delimitano le corti sono segnate dalla forte orizzontalità degli elementi frangisole, creando viste aperte sul verde e al contempo proteggendo gli interni da un eccesso di irraggiamento solare nei mesi caldi.
A questi due elementi che donano identità all’architettura dell’intero complesso se ne aggiunge un terzo, l’alternanza di vegetazione e volumi isolati della copertura verde. Questi ultimi contengono le uscite sul tetto dei blocchi di circolazione verticale, le schermature degli impianti e i volumi conici dei lucernari, riferimento astratto ma evidente ai tholos che segnano indelebilmente il territorio di tutta la Puglia.
Nonostante questi riferimenti, l’architettura del nuovo ospedale vuole donare una risposta convincente al tema dell’edificio pubblico contemporaneo. Questa risposta non avviene tanto nel campo dell’immagine – che pure appare a prima vista semplice e “memorabile” – quanto nella creazione di veri e propri ambienti di vita scoperti e coperti, verdi e artificiali, collettivi e domestici, che insieme concorrono a creare un punto notevole in un territorio alla ricerca di un equilibrio nuovo tra evoluzione e conservazione di un paesaggio unico al mondo.

Credits

 Andria (BT)
 Italia
 ASL BT
 01/2025
 60000 mq
 Tiziano Binini, Alberto Baroni, Marta Binini, Cecilia Morini, Francesco De Benedittis, Elena Morini, Gianluca Castagnetti, Sara Galeazzi, Giulia Callegari (BININI PARTNERS) - Cino Zucchi, Stefano Goffi, Giulia Novati, Andrea Balestrieri, A. Brezigia (CZA)
 Binini Partners, CZA Cino Zucchi Architetti, Ing. Damiano Tinelli, BMS Progetti, BMZ Impianti, Paisa’ Architettura del Paesaggio-Stignani Associati, Systematica, T.E.S.I. Engineering, AR/S Archeosistemi, SIL engineering.
 Dott. Matteo Binini, Prof. Dott. Andrea Cambieri, Prof. Arch. Stefano Capolongo

Curriculum

Binini Partners, fondata a Reggio Emilia nel 1996 da Tiziano Binini, opera in Italia e all'estero tra urbanistica, architettura e ingegneria, grazie a professionalità multidisciplinari integrate, per realizzare con creatività, eleganza e competenza opere pubbliche e private, edifici e infrastrutture. I nostri progetti nascono dalla continua ricerca di un design innovativo e soluzioni avanzate in grado di rispondere alle esigenze complesse della città e del territorio, coniugando funzionalità e bellezza. Da alcuni anni Binini Partners è entrata a far parte della Top 50 dei migliori studi di architettura in Italia e nel 2021 festeggeremo i 25 anni di attività.
www.bininipartners.it

https://www.bininipartners.it


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