La cucina è compresa in una strategia progettuale più ampia. Questa rappresenta un elemento di sorpresa all'interno della zona living di un appartamento di Milano, acquistato da un'artista tedesca. L'arredo è un disegno originale, interamente progettato e realizzato su misura, per rispecchiare l'estro creativo della padrona di casa. Non si tratta di un sistema cucina, ma di un pezzo unico, immaginato quasi come un complemento d'arredo finito e dal carattere forte. La cucina, dalla superficie complessiva di circa 8mq viene pensata come un ambiente a scomparsa sul soggiorno, nascosto dalla presenza di due ante scorrevoli che riprendono lo stesso motivo rigativo utilizzato per decorare i pensili e le basi. Quando le ante sono aperte, dalla sala si percepisce tutta la curiosa vivacità dell'angolo cottura. La struttura è in MDF, un derivato del legno dalle prestazioni meccaniche elevate ed ideale alla laccatura, in quanto il materiale è privo di rugosità ed ondulazioni. Il piano è realizzato in Okite potendo godere degli stessi vantaggi di una superficie in pietra, tanto quanto della maggiore facilità di lavorazione del legno. I pensili si sviluppano su due registri distinti per sfruttare al massimo le altezze: quello inferiore, dalle cromie chiare e dalle superfici lisce, è leggermente arretrato per agevolare la manovrabilità dell'utente dedito alla preparazione dei cibi. Non sono state inserite maniglie e pomelli, tutti i moduli infatti si aprono con sistema push-pull. Le irregolarità della parete retrostante sono sfruttate per ricavare delle nicchie completamente integrate nell'arredo e di notevole utilità per riporre utensili e stoviglie. I volumi appaiono cangianti grazie ad uno speciale trattamento delle superfici, le quali sono state laccate e successivamente ricoperte con un gloss iridescente. Ne risulta che i moduli appaiano viola, quando in realtà sono grigi: l'effetto dipende dall'incidenza della luce e dal punto di vista dell'osservatore. Durante le ore notturne l'illuminazione artificiale conferisce maggiore dinamicità all'ambiente, rendendolo una sorta di scatola luminosa, specialmente quando lo si percepisce dalla zona living. Il progetto ha un gusto tipicamente retrò, appare come un chiaro rimando all'estetica degli anni Cinquanta. Questo effetto è accentuato dalla presenza di piastrelle giganti, ispirate alla tradizione ceramica napoletana e siciliana.
Credits
Milano
Italia
Privato
06/2015
9 mq
Cristiana Vannini
Ornella Suriano
Massimo Caiazzo (color consultant)
Fossati Arredamenti
Saverio Lombardi Vallauri
Curriculum
Laureata in architettura presso l'Università di Firenze, Cristiana Vannini si trasferisce a Milano nel
1991 per diventare capo esecutivo del Lighting Design Centre del Targetti Group.
Dal 1992 al 1996 collabora con Alessandro Mendini, occupandosi di exhibition design e
supervisionando le attività editoriali. Nel 1996 fonda il proprio studio di architettura cristiana vannini | arc. Quest'ultimo opera in vari ambiti dell'interior design: case private, settore alberghiero, spazi di lavoro, mostre, eventi, retail e product design. Cristiana Vannini è anche fondatrice e partner di vc a (1998-2013), Scialuppa - studio di design management - (2007-2010) , fondatrice e direttrice creativa di Fassamano - brand di occhiali da lettura di lusso - (2017- in corso). Si dedica anche all'insegnamento presso il Politecnico di Milano, la Scuola Politecnica di Design e la Domus Academy. È membro di IDEA (Associazione Italiana Exhibition Designers) e AREL (Association Real Estate Ladies).