Benedetto Camerana (Camerana&Partners) - MUSEO STORICO ALFA ROMEO
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MUSEO STORICO ALFA ROMEO

Benedetto Camerana (Camerana&Partners)

Culture  /  Completed
Benedetto Camerana (Camerana&Partners)
L’obiettivo del progetto era di fare del complesso direzionale di Arese e della straordinaria collezione storica un punto focale del programma che si stava avviando per il rilancio, radicale e globale, del glorioso marchio milanese. Il progetto doveva agire su due fronti distinti, ma bene integrati: il ripensamento dell’architettura del complesso secondo le nuove funzioni e il ridisegno dell’allestimento secondo criteri contemporanei.
IL PROGETTO ARCHITETTONICO
Nella fase iniziale ho lavorato sulla costruzione dello spazio, per realizzare le condizioni di un museo contemporaneo. Bisognava ripensare la struttura degli ambienti e dei percorsi secondo necessità profondamente diverse rispetto al museo storico disegnato dai fratelli Latis, aperto nel 1976 come appendice del centro direzionale. Il nuovo programma nasceva quindi secondo un principio funzionale molto diverso: non solo un museo, peraltro arricchito dalle ormai codificate attività collaterali (store, caffetteria, archivio), ma un brand center con show room, delivery, spazio per eventi, pista di prova, classic center e officina.
In questo quadro si sono generate le scelte forti del progetto architettonico: lo spostamento degli accessi sul lato nord del complesso; la valorizzazione del “basement” come ingresso e pre-museo; il nastro rosso come guida del percorso, dal parcheggio all’esposizione; il nuovo corpo esterno di salita al fabbricato museale; la continuità univoca del percorso espositivo; l’inserimento di nuovi passaggi obbligati tra i piani; l’apertura di un livello nel vuoto centrale del museo; la riduzione del soppalco di ingresso a spazio scenografico; l’ampliamento degli spazi del piano interrato museale; il controsoffitto del museo come “macchina tecnologica”; la “colonizzazione” degli spazi del centro direzionale con le nuove funzioni.
Per l’architettura rimaneva ancora da risolvere il rapporto necessario tra storia e contemporaneo. In pieno accordo con i Beni Culturali ho lavorato sul principio dell’innesto: le nuove forme/funzioni generate dai nuovi flussi diventano segni del contemporaneo, incastonati nell’architettura degli anni 60. Ho quindi costruito un linguaggio non mimetico, con l’uso del “nuovo” rosso Alfa e di un design architettonico che incarna la consistenza della marca. L’architettura del centro direzionale, disegno congiunto dei progettisti Cassi Ramelli, Ceretti e Latis, viene invece ripristinata com’era, nel rispetto del suo lessico originario. Il risultato è un equilibrio di contesto e contemporaneità che potrebbe valere come statement nel rapporto tra tutela e riqualificazione nel quadro italiano, superando i principi della pura conservazione o della mimesi.
IL PROGETTO ESPOSITIVO
L’arrivo al Museo è marcato dalla pensilina rossa, un segno nuovo, eclatante, che testimonia la trasformazione del complesso direzionale e traccia il percorso dal parcheggio al Museo. Il design è dinamico e richiama una “genetica Alfa Romeo”. La pensilina entra poi nell’edificio e prosegue come un nastro rosso che attraversa tutto il percorso interno del “basement”: un Virgilio che guida i visitatori verso il Museo vero e proprio.
Attraversato l’edificio il nastro rosso esce all’aperto e genera il nuovo volume di entrata al Museo. Questo corpo tubolare, di design automobilistico, è molto visibile dall’autostrada e integra l’edificio museale come un innesto architettonico. L’ambiente interno contiene la scala mobile di salita al percorso espositivo e avvolge il visitatore nella proiezione di filmati di auto in movimento. Alla fine della salita si apre il grande spazio del Museo.

La prima area del percorso è la Timeline, che occupa l’intero piano 1. Qui una visione sinottica riunisce la sintesi dell’evoluzione della marca, con una selezione delle 19 auto più rappresentative, disposte a raggera in un grande cerchio cronologico. L’esposizione è completata da una “memoria interattiva”, postazione smart tech da cui visitatori possono accedere ad un sistema informatico che approfondisce la storia dei modelli Alfa Romeo.

Il centro della composizione circolare è l’installazione DNA Alfa Romeo, fatta di luci, parole e segni di stile. L’installazione è sospesa nel grande vuoto centrale che unisce i diversi livelli del Museo e richiama la doppia elica del DNA, simbolo della continuità stilistica e della coerenza tecnologica della marca Alfa Romeo nel tempo.

La seconda parte del percorso è la Bellezza, che occupa l’intero piano “zero” con diverse aree tematiche. L’allestimento qui è pensato con linee dinamiche e fluide che richiamano il segno dei grandi carrozzieri italiani che hanno lavorato di più con Alfa Romeo.
Al centro del percorso si trova “Alfa Romeo nel cinema”, un volume ellissoidale dedicato alla costante presenza della marca nel grande cinema, italiano e non, colto e popolare.
La terza parte del percorso è la Velocità, che occupa con un design più teso e angolato l’intero piano interrato, o “meno 1”, molto ampliato dall’intervento. Questo è l’area più emozionale, dove l’appassionato incontra le mitiche protagoniste delle grandi vittorie dell’Alfa Romeo: da “Nasce la leggenda”, uno spettacolare spazio multimediale che riunisce le interpreti delle epiche competizioni tra le due guerre, fino all’esordio nella F1, al “Progetto 33” e “Le corse nel DNA”. Al centro del piano si entra nel “Tempio delle vittorie”, un altro volume nel quale uno spettacolo di immagini, suoni e filmati presenta i 10 più grandi trionfi della storia Alfa.

Il percorso espositivo si chiude con un gran finale spettacolare. Alcune “bolle emozionali” sono dedicate all’esperienza del mondo Alfa Romeo, con filmati a realtà virtuale a 360 gradi e videogiochi da competizione. Di qui si accede alla Sala immersiva, dove il visitatore, seduto su poltrone interattive, assiste alla proiezione di un emozionante filmato in computergrafica, dedicato ai leggendari successi dell’Alfa Romeo nelle competizioni, dagli anni ‘20 agli anni ‘80.

Credits

 Arese - Milano
 Italia
 Fca, Fiat Partecipazioni
 06/2015
 99.285 mq
 Benedetto Camerana
 Marco Caretto, Giulia Mondino, Marco Biondi, Marco Caprani, Mattia Greco, Ivan Rotella, Anna Truglio, Shinobu Hashimoto
 CGG - Costruzioni Generali Gilardi
 Engineering : EP&S S.c.a.r.l. ; Strutture: Ing. Stefano Dalmasso; Impianti elettrici: Ing. Renzo Zorzi; Impianti meccanici : Ing. Massimo Rapetti
 Barrisol, NRB (vetro resina), Fiandre (ceramiche), DTS (illuminazione museale), iGuzzini (installazione DNA), Falcone (carpenteria)
 Sebastiano Pellion di Persano

Curriculum

Benedetto Camerana (Camerana&Partners) è un’organizzazione professionale che si è sviluppata in vent’anni di crescente affermazione attraverso i concorsi nel disegno urbano, nel paesaggio e nelle grandi opere di architettura pubblica e privata, in particolare nei settori residenziale, uffici, commerciale, dello spettacolo e delle infrastrutture.
Tra le opere principali già realizzate il Villaggio Olimpico per i XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006, la Tecnocity Environment Park (Torino 1999), la nuova sede AMIAT a Torino (2007), l’Urban Center di Rivarolo Canavese (2008), il Juventus Museum (Torino 2012), gli spazi commerciali per la Ferrari (Maranello 2012), gli stand Maserati (dal 2013 al 2016), il Museo Alfa Romeo di Arese (2015), Camera - Centro Italiano per la Fotografia (Torino 2015), il monumento ad Armando Testa a Torino (2015), il piano particolareggiato per il waterfront di Messina (2016), la nuova sede dell’ACI Torino (2017).


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