Preexistence
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Iraci Architetti

Preexistence
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Preexistence - Un intervento radicale, nell’ambito del restauro e del recupero al fine di trovare un nuovo equilibrio tra vecchio e nuovo, sull’integrazione della casa con la natura circostante, mantenendo il sapore autentico del corpo rurale senza dover rinunciare ad un design contemporaneo. Il progetto conserva il suo aspetto tradizionale nel setto originale realizzato in muratura, arricchendosi di rilevanti parti in cemento grezzo. La percezione dello spazio è completamente stravolta all’interno, dove ogni stanza invita a un'intrigante scoperta, con cura dei dettagli, gli angoli studiati con precisione e i materiali accostati con sicurezza: legno, pietra, vetro, mattoni, cemento.
Il blocco centrale raccolto dal muro preesistente apre le camere verso il verde retrostante regalandole una piacevole riservatezza, così che gli elementi naturali che si trovano all’esterno diventano parte integrante dell’interno. Gli spazi comuni si proiettano verso la piscina.

Un intervento di alta qualità che viene sottolineato dalla luce che abbaglia la casa mentre le vetrate che si aprono sul verde ci ricordano che siamo in campagna. Gli spazi comuni sono progettati per il paesaggio circostante e per il benessere dell’ospite, per essere vissuti dentro e fuori. La natura diventa parte integrante del nostro essere, permettendo di vivere la natura in modo estremamente emotivo.

 

Antonio Iraci nasce a Misterbianco l’11 Aprile 1961. Laureato presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria 1988, con il massimo dei voti. Fonda lo studio Archline nel Gennaio del 1989 con l’intento di aprire un laboratorio di architettura che utilizzi le occasioni progettuali quale ambito di ricerca e sperimentazione.
Lo studio si occupa di edilizia residenziale privata, opere commerciali, industriali e pubbliche, strutture ricettive e di design industriale, gestendo in maniera completa il processo di creazione, dall’ideazione al cantiere. Nel corso della sua vasta attività professionale, realizza architetture a piccola ed a grande scala, indirizzando tutte le scelte compositive verso un forte scostamento figurativo del progetto dall’esistente e conducendo, in questo modo, la sperimentazione di una nuova concezione estetica attraverso i segni del puro minimalismo.
All’inizio di ogni processo creativo, vengono generalmente dedotte, dal tessuto urbano, le linee guida per la composizione planimetrica e, da una serie di arretramenti dai fili stradali e svuotamenti in alzato, la forma architettonica. All’essenzialità di questi due gesti compositivi, si aggiunge il ricorso ad altrettanti elementi del linguaggio contemporaneo, quali la piegatura , l’incastro, volumi, aggetti, vuoti e pieni chiaroscuri, masse e trasparenze. L’uso di differenti pelli esterne contribuisce, inoltre, a far rilevare i suoi progetti come il risultato dell’innesto tra blocchi monolitici. Un mondo geometrico dove le curve sono al massimo un obbligo generato dal luogo, le superfici, il più possibile trasparenti, e gli spazi si riducono ad incastri di linee, interno ed esterno sono parte di uno stesso continuum, prolungando gli ambienti all’ aperto. Progettare architettura è un processo dinamico, un percorso, che spinge a continue nuove scoperte.

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