Piano Urbanistico Attuativo D3 Gruppo Loccioni
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Piano Urbanistico Attuativo D3 Gruppo Loccioni

Giandebiaggi Architettura

Piano Urbanistico Attuativo D3 Gruppo Loccioni
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Il Piano attuativo D/3 recentemente approvato nel territorio del Comune di Rosora in Provincia di Ancona, riguarda la pianificazione di una zona classificata produttiva dagli strumenti urbanistici locali. L’area di proprietà del Gruppo Loccioni, una delle più importanti realtà industriali delle Marche, è una tipica area residuale dello sviluppo urbano e territoriale del secolo scorso. Infatti la vera sfida è stata quella di recuperare un’area da tempo sottratta all’agricoltura o ad altre possibili destinazioni urbanistiche in quanto residuale appunto tra la superstrada tra Ancona e Fabriano e relativi svincoli ed ampie aree di rispetto, la Ferrovia con relativo passaggio a livello ed ulteriori aree di rispetto, gli sviluppi edificatori di Angeli, la presenza interna di una linea elettrica di alta tensione e ed una possibile assenza di riparo dalle esondazioni dell’Esino al di là della superstrada. Lo sviluppo di circa 3 ettari è tale da consentire una superficie di edificato produttivo di circa 68109.78 mq, da collegarsi funzionalmente alla sede principale dell’azienda posta oltre la superstrada. Il progetto sviluppatosi nel corso degli ultimi 10 anni e che solo di recente ha visto la sua definitiva approvazione prevede, ed ha previsto durante l’iter, innanzitutto il recupero dei fabbricati rurali esistenti. All’interno di tali edifici, i primi ad essere rigenerati si è concretizzata una Leaf-Farm, ovvero uffici di tecnici e zone riunioni, quale cuore tecnico e amministrativo relativo a funzioni generali di tutto il Gruppo. Il complesso formato da tre edifici vede anche un corpo riutilizzato a cucina ed uno a soggiorno, il tutto collegato da un portico e disposto a C , affacciante una piazza utile per eventi relativi il gruppo, Questo complesso posto ai limiti ovest dell’area rappresenta alcuni dei valori del gruppo che è specializzato in controlli hight-tech spesso rivolti anche al benessere ambientale, alla sostenibilità ambientale e vede negli antichi valori dell’agricoltura i semi delle più avanzate linee tecnologiche contemporanea, permanendo valori come l’eliminazione degli sprechi, l’attaccamento al lavoro, il rispetto dell’ambiente e del territorio, nonché l’attenzione alla persona e lo sviluppo anche sociale del territorio in cui è insediata. L’intorno già in parte avviato alla riqualificazione (sono state fatte alcune opere di urbanizzazione, come il verde attorno alla leaf-farm ed alcuni percorsi viari con relativi parcheggi pubblici e privati, è in gran parte da portare a termine. L’intervento nel suo complesso sarà fatto da una micro-grid di distribuzione energetica, già collegata alla smart-grid che caratterizza anche le realizzazioni limitrofe in cui il Gruppo già opera. Il collegamento diretto dei diversi edifici infatti ha come nodi produttivi di energia, alcuni “mulini” cosiddetti micro-idraulici posizionati su canali esistenti che attraversano l’area e che forniscono enormi quantità di energia. Inoltre l’altra gran parte dell’energia proviene dal solare (ogni edificio esistente ed anche quelli che verranno realizzati nel piano sono dotati di ampie superfici fotovoltaiche) e proverrà anche da un picciolo impianto a biomassa. Tutta la zona è stata resa protetta dal punto di vista idraulico-attraverso il progetto FLUMEN - 2 Km di futuro, in cui il Gruppo con una convenzione con Provincia-Regione-Ministero dell’ambiente si è fatta carico di due chilometri del fiume Esino, realizzando a proprie spese la protezione idraulica definita necessaria dagli enti pubblici proprietari (elementi spondali, infrastrutture di protezione, argini) , nonché il consolidamento di un ponte limitrofo (anch’esso di proprietà di amministrazione pubblica) in cambio di benefici fiscali di legge e autorizzazioni alla realizzazione di altri impianti micro-idraulici. Il tutto è stato completato da una riforestazione vegetazionale spondale e la realizzazione di piste ciclabili di colmo con relativi punti di interesse e paesaggistici, il tutto a beneficio della collettività insediata in Angeli e non certo solo dell’azienda. Architettonicamente parlando il piano si caratterizza per aver definito più una regola insediativa che non un progetto predeterminato. Infatti visti i numerosi limiti alla costruzione (motivo dell’abbandono in cui verteva l’intera area), il Piano va a definire una griglia planimetrica di possibile massima e coesa realizzazione che, per una altezza massima stabilita dagli strumenti urbanistici, consentirà una innumerevole possibilità di tipologie edilizie, facilitando la vicinanza tra edifici e funzioni da implementare. Non va infatti dimenticato che il Gruppo svolge spesso la funzione di incubatore per start-up a forte valore tecnologico applicate ai più disparati comparti produttivi, dalla microelettronica al food, dalla robotica sanitaria all’auto. L’insieme delle possibilità costruttive sono state per alcuni casi esplicitate nel piano, attraverso specifici elaborati architettonici, per simularne la realizzazione e le relazioni tra loro e la Leaf-Farm e soprattutto con le numerose infrastrutture limitrofe. Le future realizzazioni oltre a disporsi seconda questa regola definita potranno assumere planivolumetricamente diverse connotazioni, ma sempre all’interno di questa traccia regolatrice che ne mantiene i caratteri di sussidiarietà e di reciprocità. L’intero Piano è di fatto un innovativo intervento sul territorio viste le caratteristiche di rigenerazione architettonica ed urbana di un’area abbandonata, con grandi difficoltà specifiche e che invece è riuscita a far del risparmio energetico attraverso l’uso di fonti alternative connesse alla salvaguardia dell’ambiente, e del virtuoso rapporto tra pubblico e privato anche in termini di messa in sicurezza e di protezione, una modalità insediativa di grande attenzione al contesto.

Paolo Giandebiaggi - Nato a Parma nel 1961, si laurea con lode alla Facoltà di Architettura di Firenze nell’87, con tesi discussa presso il Dipartimento di Restauro dell’Architettura (Proff. Rocchi e Cruciani). Diviene prima professore associato presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma, dove progetta diversi interventi di restauro e recupero di strutture storiche. Dal 2002 è Professore Ordinario presso la Facoltà di Architettura dello stesso Ateneo, ed è stato Presidente dei Corsi di Studio dal 2004 al 2012.
Numerose sono le pubblicazioni e le mostre riguardanti la sua attività di ricerca in Italia ed all’estero. Professionalmente ha realizzato numerosi interventi pubblici (visibili sul sito www.giandebiaggi.it) nei settori scolastico, sanitario, sociale e commemorativo, nonché interventi privati residenziali, commerciali e produttivi, in gran parte condivisi con Gianluca Mora. Partecipa da tempo a seminari anche internazionali sul tema della rigenerazione architettonica ed urbana, facendo conferenze sulle esperienze svolte e sugli studi innovativi condotti sulle relative analisi preventive.

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