IMG Cinema Candiani
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IMG Cinema Candiani

Caprioglio Associati

IMG Cinema Candiani
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Nell’ultimo quinquennio il tema delle trasformazioni urbane nell’ambito del Centro Storico di Mestre ha vissuto un periodo di decisive proposte e progetti tesi a consolidarne il processo di riconfigurazione e definizione quale area pedonale, complessa e diffusa, ad elevato contenuto di servizi.
In tale processo la gestione del Centro Culturale Candiani, progettato negli anni ’80 del secolo scorso dagli scomparsi architetti Iginio Cappai e Pietro Mainardis e mai completato nel suo programma funzionale, ha assunto un forte orientamento nella rappresentazione del mondo della produzione dei “media” nel campo della musica, della computer-grafica, della documentaristica, del cortometraggio e dei films.
A fronte di tale programma risultava irrisolto, spazialmente e funzionalmente, l’accesso al Centro che non disponeva ancora di una vera e propria Hall, in grado di accogliere e orientare i flussi dei visitatori.
Altro aspetto irrisolto era rappresentato dal Piazzale Candiani che non si configurava come “piazza” compiuta, poiché non definita nei fronti fabbricativi e nelle funzioni.
In tale contesto si è inserito la proposta progettuale del Multiplex cinematografico, teso ad integrare e concludere la struttura progettuale del Centro Culturale Candiani. L’ideazione del Multiplex Candiani ha seguito un doppio criterio: l’uno in rapporto al progetto originario del Centro Culturale, l’altro relativo alla poetica ideativa del nuovo intervento.
L’addizione dei nuovi volumi è impostata su regimi formali intenzionalmente differenti rispetto al linguaggio architettonico ed ai materiali del fabbricato esistente, evitando una fraintesa “mimesis”.
Il nuovo progetto si rapporta all’esistente fabbrica con chiara intenzione di completamento e rifunzionalizzazione degli spazi al piano terra, coperti e scoperti, adeguandone la sicurezza complessiva; le due partiture progettuali sono quindi autonome e l'addizione è concepita per “differenze”.
La poetica ideativa del Multiplex si rifà alla intuizione inventiva del cinema: trasformare la luce - attraverso la luce - in immagini; il bianco e nero delle origini del cinema è evocato nel progetto attraverso la luce.
La nuova Hall, funzionale dell’intero centro, è un volume generato da multiple sezioni curvilinee, che si introduce nella piazza coperta esistente, attraverso una struttura in acciaio e vetro, con effetto di trasparenza e conseguente luminosità.
La Hall esprime l’intenzione di mantenere il senso della grande cavità, pensata come piazza coperta nel progetto originario ed assume la forma di una grande bolla luminosa nella quale vi è una forte animazione mediatica attinente la comunicazione audio-visiva, sia degli eventi del Multiplex sia del Centro Culturale.
Al suo interno trovano collocazione le biglietterie, il bookshop specializzato nell’editoria cinematografica, le concessions e la caffetteria.
Ad est, un nuovo volume in aderenza al fabbrica esistente, contiene le sei sale cinematografiche per complessivi 1.195 posti a sedere.
Per le sale, nelle quali è dominante il colore nero dell’involucro interno a cui si contrappone la pavimentazione in moquette colorata disegnata da un artista contemporaneo, è stata appositamente progettata una nuova ed ampia poltrona: linee rigorose e tagli obliqui definiscono la sua forma e conferiscono eleganza alla seduta, avvolgente e confortevole.
Esternamente il volume del Multiplex è rivestito con una membrana tessile luminescente in Teflon: bianca come un telo di proiezione e con un andamento curvilineo simile ad una pellicola che si srotola e racconta emozioni.
Al crepuscolo il rivestimento si illumina con colorazioni variabili di tipo semantico: l’organismo architettonico in tal senso parla alla città di se stesso e dei suoi contenuti quantitativi e qualitativi.
Tra la Hall ed il volume che contiene le sale, in uno spazio interstiziale di forte espressività, è organizzato il sistema degli accessi caratterizzato dalla presenza delle due lunghe scale mobili; qui lo spazio assume una forte verticalità espressa attraverso la sagomatura delle pareti, quasi compresse dalle grandi masse architettoniche del Centro Culturale e del nuovo Multiplex.
Nella sua sommità, un’installazione luminosa, con effetti di riflessione e rifrazione della luce, configurata appositamente per questo spazio, appare quasi sospesa con un senso di assoluta leggerezza. Il Multiplex è stato dotato delle più avanzate tecnologie digitali per la proiezione cinematografica e per la riproduzione del suono ed è stato il primo cinema di tipo “immersivo” in Italia, nel quale gli spettatori sono totalmente avvolti e catturati dalle immagini e dai suoni e ricevono stimoli visivi e sonori in una modalità completamente nuova rispetto alle precedenti sale cinematografiche.
Le tecnologie Cinecloud™ Lux dei proiettori digitali a luce laser, con elevata brillantezza e ampia gamma di colori, e Dolby® Atmos™, innovativo sistema audio con casse acustiche posizionate a soffitto, permettono agli spettatori di vivere l’esperienza immersiva nei films come se se fossero presenti all’interno della scena.
La riqualificazione prevede anche la riconfigurazione dei corpi di fabbrica che delimitano la piazza ad ovest, attraverso la realizzazione di un volume completamente vitreo (travi, pilastri e pareti) che conferisce un forte carattere di unitarietà e definisce il limite della piazza stessa.
L’intervento si conclude con la realizzazione della nuova pavimentazione degli esterni, curata da un artista contemporaneo: l’opera pittorica “Dove la terra incontra l’acqua” rimanda ai significati ed all’interazioni della città bipolare di Mestre-Venezia ed è stata restituita attraverso la realizzazione di pixels in mosaico lapideo e vetroso. Lo stesso disegno è stato altresì impiegato per le realizzazione della moquette di rivestimento delle pavimentazioni interne.

Caprioglio Associati

Giovanni Caprioglio (Mestre 1943) si laurea in architettura allo IUAV di Venezia nel 1968.
Apre gli studi a Mestre, Udine e Trieste, nel 1990 la Workshop srl con Dario Vatta e nel1999 la Caprioglio Associati con il figlio Filippo.
Ha tenuto lezioni allo IUAV di Venezia, è stato invitato dalle University of Miami, Providence University e Milwaukee University.
Filippo Caprioglio (Mirano 1971) si laurea in architettura allo IUAV di Venezia nel
1997.
Master in Progettazione nel 2001 alla Syracuse University, dove ha poi insegnato, nel 2008 è Kea Distinguished Professor all’University of Maryland.
Dario Vatta (Mestre 1958) si laurea in architettura allo IUAV di Venezia nel 1984.
E’ stato docente ai corsi post-universitari per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Veneto.
Miriam Mattana (Atzara 1964) si laurea in architettura allo IUAV di Venezia nel 1989.
E’ capo progetto della Caprioglio Associati.
I loro progetti, pubblicati su riviste internazionali, hanno ottenuto premi e riconoscimenti.

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