Piazza Indipendenza
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B+D+M architetti associati

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Piazza Indipendenza - L’intervento è consistito in una serie di azioni tendenti a trasformare la “piazza “ precedente in un autentico spazio pubblico, di grandi dimensioni, destinato a diventare uno dei poli pedonali del centro storico, in grado di accogliere manifestazioni pubbliche importanti.
A tale scopo l’ambito centrale della piazza che abbiamo realizzato viene spazialmente esteso oltre il limite dei portici laterali coinvolgendo il sedime di via Silvio Trentin; in questo modo il fronte con la testata dei portici di via Cesare Battisti (grazie anche alle sue qualità formali) diventa, assieme al Municipio, uno dei due elementi architettonici in grado di generare una vera spazialità pubblica.
In questo grande spazio centrale di oltre 5.000 mq possono trovare posto manifestazioni pubbliche di vario tipo per un pubblico anche molto numeroso.
Essendo questo spazio simbolo del desiderio di aggregazione e comunicazione pubblica abbiamo creduto che dovesse continuare ad ospitare, in posizione però adeguata, la memoria di fatti importanti come quelli evocati dal monumento ad Ancillotto, che prima era posto al centro della piazza.
Questo nuovo spazio pubblico, che per molti aspetti può essere paragonato a una navata centrale di una basilica senza copertura, è tutto perfettamente orizzontale e allo stesso livello delle zone laterali che, analogamente, possono essere identificate come navate laterali.
Le zone laterali accolgono tutte quelle attività più “ domestiche “ relative allo svago, alla sosta, al ristoro, ecc..Sono zone densamente arredate in modo da sottolineare il “ vuoto “ cioè l’essere pubblico dello spazio centrale. L’arredo fatto di elementi bassi: illuminazione, vegetazione, vasche di acqua, panchine, ecc. è fortemente diversificato, a seconda della sua posizione rispetto al tragitto del sole.
Ciò genera una asimmetria che rende “ dinamico “ l’insieme degli spazi della nuova piazza favorendo i collegamenti che, in futuro, potrebbero essere realizzati con altri spazi della città.
In conclusione si può sintetizzare il concetto urbanistico nella volontà di realizzare, pur rimarcando l’unitarietà della piazza, un insieme di spazi differenziati, caratterizzati da un forte accento contemporaneo, idonei comunque a una fruizione, a un modo di vivere attuale, pur essendo profondamente radicato nel lungo processo di trasformazioni di cui la nostra realizzazione è il più recente ma – con ogni probabilità – non ultimo passaggio.
Descrizione - Piazza Indipendenza a San Donà di Piave è un rettangolo di circa 100x50 metri edificato su tre lati a fronte continuo mentre il quarto lato (Est) si confonde con il Corso Silvio Trentin, asse viario principale della città che collega il Duomo al ponte sul Piave. I pieni che generano questo grande vuoto sono soprattutto i due edifici monumentali – opere entrambe di Camillo Puglisi Allegra – del Municipio e della sede della Cassa di Risparmio in evidente dialogo tra loro.
Gli edifici che riempiono i lati lunghi della piazza presentano un minore spicco architettonico alternandosi, senza una precisa regola, con elevazioni dai due ai tre piani; essi però sono unificati spazialmente e - in misura minore – formalmente da un profilo continuo di portici nei quali si aprono e – in parte – si svolgono varie attività economiche, pubblici esercizi, servizi pubblici e culturali, che rendono particolarmente vivi i bordi della piazza.
Elementi architettonici. L’intervento ha inteso preservare e valorizzare il contesto architettonico mirando a sottolineare la funzione sociale.
I nuovi elementi architettonici che concorrono a comporre l’invaso del centro cittadino, sono caratterizzati da tematiche specifiche:
Fontana lineare complanare con la pavimentazione su cui gettano quattro fontane in granito nero, in prossimità delle aree di sosta segnate ognuna da quattro Carpini Piramidali e da coppie di panchine sempre in granito nero.
Pavimentazione della piazza che mira a risolvere tutte le disomogeneità precedenti con un materiale uniforme e collegamenti complanari.
Podio del Municipio per spettacoli e manifestazioni rialzato di circa 30 cm rispetto alla quota della piazza. La pavimentazione è in lastre da 1x1 m in granito nero.
Illuminazione pubblica concentrata lungo il versante sud della piazza con 13 pali costruiti su disegno. Nelle aree di sosta l’illuminazione e volutamente più tenue e discreta con proiettori da incasso a terra.
Una piazza ecologica - La piazza è stata riordinata tramite la completa pavimentazione in cubetti di granito bianco Baveno di dimensioni 10x10x10 cm posati a casellario equidistanti tra loro di circa 1 cm, con la superficie superiore fiammata e le coste segate.
Per consentire una accurata raccolta delle acque meteoriche ed evitare che il suolo della piazza venga allagato improvvisamente da violenti temporali (che negli ultimi tempi flagellano insistentemente queste zone) è previsto un sottofondo areato che funge da bacino di drenaggio naturale e laminazione delle acque meteoriche. La posa a casellario dei cubetti di granito garantisce la riquadratura in aree da 2 x 2 m su cui vengono operate dei profondi tagli sulla soletta di calcestruzzo su cui sono posati i cubetti, che consentono il successivo sgrondo delle acque all’interno del bacino. Tale intercapedine, tra lo strato di fondo e la soletta in calcestruzzo, è formata da elementi modulari in plastica come casseri a perdere.
Questo dettaglio costruttivo innovativo consente di avere una piazza perfettamente piana e orizzontale in cui non sono visibili i sistemi di smaltimento delle acque di pioggia.
La totale pulizia della piazza dagli elementi tecnologici è conseguita attraverso la realizzazione di chiusure delle cavità tecniche con elementi asportabili realizzati in continuità formale con la pavimentazione.

Aurelio Galfetti (1936 Svizzera) ha iniziato nel 1959 e ha realizzato oltre 80 progetti in Ticino e in Europa, tra cui il Bagno Pubblico e la ristrutturazione del Castelgrande a Bellinzona. Fondatore - con Mario Botta – e direttore per 5 anni dell’Accademia di Architettura di Mendrisio.
Luciano Schiavon (1962). Dal 2001 collabora con Galfetti progettando il Net Center (PD), un complesso caratterizzato da una torre rossa tortile alta 80 m.
Entrambi sono partner di LVL Architettura dal 2006 e hanno realizzato: l’Adià Center (PD), P.za Indipendenza a San Donà di Piave, Torre G House e l’edificio Sea Beach a Jesolo. Hanno progettato: due quartieri a Padova e Treviso, una torre di 130 m a Jesolo, la ristrutturazione dell’ex Ospedale al mare a Venezia. Concorsi vinti di recente: complesso sportivo-ricettivo a Sappada e la riorganizzazione del Lido Patriziale di Ascona.
Alex Braggion (1972) è partner di B+D+M architetti associati, Vince i concorsi per Piazze a San Giorgio delle Pertiche (2000) e San Donà di Piave (2011), per la il Palazzetto dello sport di Correzzola (2005), tutti realizzati, per la Riqualificazione di Jesolo (2010), la nuova Cittadella della salute a Montebelluna (2010), per una zona ricettivo-sportiva a Sappada (2011).
Attualmente sta progettando e realizzando edifici residenziali privati a Padova, Jesolo e Lugano.

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