Godersi una cena a un ristorante non è solo gustare ciò che si ha nel piatto: è apprezzarne l’atmosfera, essere avvolti in un mondo di odori e rumori piacevoli, vivere una breve esperienza diversa rispetto alla propria quotidianità.
È quello che propone il ristorante Nama, nella città di Santiago de Querétaro, nella parte centrale del Messico. Il progetto degli interni è stato affidato allo studio di architettura d'interni di Claudia Ornelas, che si è ispirata alla filosofia giapponese del Wabi-sabi per creare atmosfere dal gusto orientale, modulate sul gioco degli opposti creati da una vasta collezione di oggetti di artigianato provenienti da differenti regioni del Messico.
«Volevamo creare un luogo rilassato con differenti atmosfere»: questa volontà della designer è stata chiara sin dall’inizio del progetto e infatti all’interno del ristorante convivono tante anime diverse che giocano con forme organiche e materiali naturali; anime che si uniscono nel favore delle ombre e dei giochi di luce creando un’ampia varietà di ambienti.
In Giappone, il Wabi-sabi è una filosofia basata sull’accettazione dell’imperfezione e della transitorietà delle cose: ne deriva un’estetica semplice, rustica, dove i difetti, l’usura data dall’invecchiamento, le piccole increspature superficiali sono valori da perseguire. «Amo questa filosofia perché dà importanza all’invecchiamento delle cose; gli oggetti diventano qualcosa di unico grazie alla loro storia, ai ricordi e alle imperfezioni», ha affermato la designer.
Ispirandosi a essa, Claudia Ornelas ha infatti pensato gli interni del ristorante come un connubio di atmosfere, di oggetti e di ricordi che, armonizzandosi l'un l'altro, creano un qualcosa di unico.
A tal fine, il design degli interni si sviluppa su una base neutra ottenuta tramite l’utilizzo di legno di rovere invecchiato e dipinto. Fondamentale è stata anche la creazione di una serie di altezze e volumi differenti, che movimentano lo spazio: una struttura pendente dal soffitto in legno di rovere impiallacciato, intrecciata con tecniche di assemblaggio giapponesi, abbassa il volume del soffitto, creando un gioco tridimensionale dove i lampadari appesi completano l’effetto di sospensione. Gli arredi in legno grezzo riprendono l’estetica della semplicità rustica e dialogano con gli intonaci dall’aspetto ruvido e grossolano. Inoltre, specchi dalle forme ondulate che ricordano l’arte giapponese del Suminagashi, creano suggestive riflessioni.
Infine, è di importanza fondamentale la connessione tra l’interno e l’esterno, creata dalla grande vetrata scorrevole che permette ai passanti di vivere l’atmosfera interna, incorniciata da una serie di piante che connettono i visitatori con l’elemento naturale.
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«Per la selezione dei materiali e dei colori abbiamo sfruttato il gioco degli opposti, concentrandoci su rapporto tra luce e buio, tra superfici ruvide e lisce», ha aggiunto la designer, che ha raccolto il massimo della sua forza espressiva nel Nigiris bar, dove gli ospiti possono avere un’esperienza diretta con la preparazione del cibo. Il bancone è infatti realizzato in pietra naturale regionale, che contrasta con il piano di lavoro in legno di rovere.
Al di sopra di questo, le lampade in vimini che pendono dal soffitto sono un chiaro ricordo dei cesti utilizzati tradizionalmente per la pesca delle aragoste.
Un’altra fila di lampade in rame pendenti a soffitto segue poi il perimetro del ristorante e illumina con forme circolari i tavoli posizionati vicino alla vetrata di confine: realizzate da artigiani del Messico Occidentale, presentano una texture ruvida e materica dalle qualità quasi tessili.
Le scale che conducono al bagno sono rivestite da pannelli rossi con decorazioni ondulate realizzati con palma intrecciata da artigiani dello stato del Guerrero e rifiniti con la tecnica del Suminagashi. I bagni infine presentano arredi in legno chiaro e specchi retroilluminati dalle forme organiche, che dialogano con le finiture ruvide delle superfici e con gli elementi lavabo in pietra naturale.
Location: Santiago de Querétaro, Mexico
Architect: Anonimous
Interior design: Claudia Ornelas
Area: 260 m2
Completion: 2022
Photography by Rafael Gamo, courtesy of Claudia Ornelas