Immerso nelle verdi colline del Lago di Garda, un antico casale ottocentesco in sasso è tornato a vivere grazie a un importante e complesso progetto di recupero a opera dello studio di architettura Bricolo e Falsarella Associati, che lo ha trasformato, senza tradirne la storia e la tradizione secolare, in un piccolo e accogliente resort: Corte Renèe. Questo progetto, come hanno raccontato gli stessi progettisti, si è sviluppato intorno ad un quesito portante, ovvero come inserire nuovi elementi – quali una torre d’accesso, ulteriori aperture nei muri antichi, partizioni interne, scale, arredi e nuovi impianti – senza compromettere il fascino del passato e l’equilibrio tra storicità e contemporaneità. La chiave progettuale è stata così individuata nella «naturale imperfezione» dei nuovi elementi uniti a quelli antichi. Per ambienti accoglienti e caldi sono state scelte soluzioni luminose Qu, che vanno ad integrarsi perfettamente in questo contesto.
Due sono le strade seguite per portare a termine l’intervento: il restauro conservativo delle strutture esistenti e l’inserimento di nuovi elementi funzionali alle nuove esigenze del resort. Nuovi elementi che sono a loro volta disegnati in modo da riprodurre l’evidenza del processo costruttivo, l’imperfezione materica e la sua nudità, in assenza di finiture superficiali.
Un’attenzione particolare ha riguardato tutte le aperture dei due edifici a composizione del resort, dalle finestre alle porte fino ai nuovi «fori» e agli archi divisori interni. Vere e proprie regole sono state messe a punto per agire su ognuna di esse, così da trasformare le originali finestre in porte e viceversa, sempre con l’introduzione di portali in ferro, sbrecciature, avvolgibili e serrande di ultima generazione ben integrabili nel contesto.
Le forme minimal delle aperture hanno però richiesto un lavoro minuzioso anche sull’illuminazione artificiale, affidata a Qu, che ha permesso di aggiungere una dimensione psicologica agli spazi e una forte umanizzazione agli ambienti.
Tra le peculiarità che hanno portato alla scelta dei piccoli corpi illuminanti di Qu c’è, oltre alla discrezionalità, la loro capacità di dialogare con gli elementi in ferro nero presenti nel progetto senza risultare invasivi o sovrastanti rispetto all’architettura nella sua interezza. L’illuminazione, in altre parole, dialoga in modo pacato ed elegante con gli elementi, sia preesistenti sia nuovi.
Le nuove soluzioni illuminotecniche di Qu, realizzate in collaborazione con il team di Bricolo e Falsarella Associati, sono uniche, come i sistemi lineari integrati in cubi di cemento lavato o i corpi illuminanti inseriti negli arredi e nelle pareti. Dorotea, Penelope Flex, Dress Me P e Rocchetto P sono alcuni dei prodotti utilizzati: la prima è una lampada sospesa di fascino ed eleganza, disegnata da Massimo Dei di Studio 63 e caratterizzata da un corpo in alluminio lavorato meccanicamente per ospitare una sorgente led ad alta resa cromatica. Penelope Flex è una lampada da lettura orientabile di dimensioni minimal parte della Capsule Collection Arcipelago design by Parisotto + Formenton Architetti; Dress Me P è un essenziale sistema di illuminazione puntuale design by Chiara Frigerio e Andrea Roscini founder di 23 Bassi Studio di Architettura; infine, Rocchetto P è uno spot orientabile a soffitto o a parete.
La sinergia tra luce, architettura e tradizione ha dunque dato vita a un progetto in cui tutti gli elementi si fondono in funzione di un un’unica narrazione.
Per maggiori info: www.qu-lighting.com
Location: Castelnuovo del Garda, Verona, Italy
Architect: Bricolo e Falsarella Associati
Completion: 2024
Area: 2,400 m2
Suppliers: Qu
Photography by Pietro Savorelli, courtesy of Qu