Un’opera unica che riesce a tenere insieme la dimensione monumentale con quella umana, ma anche quella storica con quella contemporanea: il complesso di Orsanmichele a Firenze è stato di recente riaperto in seguito al restauro e alla realizzazione di un nuovo allestimento da parte degli studi map architetti e Natalini Architetti, che sono intervenuti tanto sulla sistemazione della chiesa, quanto su una riorganizzazione interna capace di accompagnare i visitatori alla scoperta delle opere contenute all’interno. Vincitori della gara di progettazione indetta dai Musei del Bargello, gli architetti si sono trovati a confronto con la bellezza e l’unicità di un complesso storicamente ospitante funzioni religiose, economiche e civiche nel cuore della città, tra Palazzo Vecchio e la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Oggi, in ognuno dei suoi tre livelli, continua a raccontare del suo passato, senza tuttavia rinunciare alla contemporaneità e alle soluzioni innovative: al piano terra vi è la chiesa, nata dall’antica loggia del mercato del grano; al piano superiore il museo delle sculture, ricavato da un precedente archivio a sua volta trasformato a partire da un granaio; infine, all’ultimo piano, un grande salone da cui ammirare il panorama di Firenze che a ben vedere è rimasto pressoché inalterato rispetto al passato.
Per ciascuno di questi ambiti è stato definito uno specifico intervento, con l’obiettivo comune di riaprire il complesso alla città. Per la chiesa, infatti, a essere ripensato sono stati sia gli accessi affacciati lungo la via sia l’illuminazione, mentre per il museo è stato elaborato completamente un nuovo allestimento rispondente alla necessità di creare un nuovo e miglior rapporto tra visitatori e opere d’arte.
«L’opera necessitava di un intervento molto leggero che, con pochi tocchi, rafforzasse il suo rapporto con la città», hanno sottolineato gli architetti. Il nuovo progetto di allestimento è pressoché invisibile nella chiesa al piano terra dove tuttavia esso svolge un ruolo fondamentale nel rendere più evidente la straordinaria ricchezza dell’interno medievale.
Rafforzare il legame con la città e valorizzare la vista verso l’interno sono due dei pilastri principali sui quali ha preso corpo il progetto della chiesa delle Arti: aprire i grandi portoni, ripulire l’aula da una serie di elementi tecnici stratificatisi negli anni e dare una degna illuminazione a questo luogo sono stati alcuni dei compiti prioritari del progetto. Il nuovo sistema di accessi, in particolare, è regolato da due nuove bussole, le quali a loro volta vanno a formare un nuovo portale, rivestito in metallo sui fianchi laterali e sul soffitto, ma anche una vetrata extrachiara a tutta altezza. I portali in legno della chiesa incorniciati dalle nuove grandi bussole di accesso possono essere completamente aperti permettendo di apprezzare per la prima volta, passeggiando lungo via dell’Arte della Lana, il bellissimo interno con il Tabernacolo dell’Orcagna. In quest’ottica la nuova illuminazione si inserisce con discrezione nella chiesa facendone risaltare la spazialità e la ricchezza dei particolari, ridando nuova vita all’altare di Sant’Anna e al Tabernacolo dell’Orcagna. I corpi illuminanti, disposti simmetricamente sulle catene degli archi, sono stati appositamente disegnati per Orsanmichele in modo da ridurne al massimo l’impatto visivo.
Al primo piano del complesso di Orsanmichele si trova, come detto, il museo delle sculture, una volta adibito a granaio. Qui, specie per il grande salone di accesso, è stato necessario un intervento di miglioramento della fruizione. Il salone, architettura trecentesca essenziale e restaurata negli anni Sessanta, è coperto da bellissime volte a crociera in mattoni, sorrette al centro da pilastri ottagonali in pietra forte. Alto più di dieci metri, lungo 30 e largo 20, si affaccia su Firenze con dieci bifore alte sette metri. Qui vengono accolti i capolavori di Donatello, Nanni di Banco, Ghiberti, Verrocchio. Le sculture pensate e realizzate secondo le regole prospettiche, ai primi del Quattrocento, avevano la necessità di essere osservate da una posizione più vicina a quella originale e ricontestualizzate all’interno di un allestimento che le mettesse in un giusto rapporto di scala con le dimensioni dell’ex granaio. Sono nate così delle piccole architetture che accolgono le sculture sollevate su di un podio, a 1,40 metri da terra, e incorniciate da un fondale, alto 4,50 metri, che ripropone l’idea stilizzata dei tabernacoli mettendo in risalto l’opera. In tal modo nel salone viene evocata una passeggiata lungo le strade attorno a Orsanmichele. L’alternanza dei pieni e dei vuoti, scandita dagli elementi verticali di sfondo alle sculture, sottolinea gli allineamenti dei pilastri ottagonali e delle grandi vetrate, in modo da lasciare ben visibile e percepibile l’architettura trecentesca dell’ex granaio, nonostante le dimensioni ragguardevoli dei pannelli.
In un contesto così particolare l’allestimento è stato pensato per rispettare l’architettura di Orsanmichele anche nei materiali di rivestimento, che evocano la pietra forte e il marmo, mentre le bordature in metallo evidenziano la linearità degli elementi in armonia con il restauro degli anni Sessanta. L’illuminazione del museo, infine, segue la stessa logica adottata nella chiesa per cui i corpi illuminanti, posizionati sulle catene all’imposta degli archi, illuminano sia le singole sculture, con una luce morbida e mirata, che la straordinaria tessitura delle volte contribuendo a creare una luce d’ambiente diffusa.
Luogo: Firenze
Architetti: map architetti e Natalini Architetti
Superficie: 1.800 m2
Illuminazione: Rossi Bianchi Lighting Design
Progetto delle strutture: Sertec S.a.s
Progetto grafico: Paper Paper
Completamento: 2024
Foto: Mario Ciampi, courtesy map architetti e Natalini Architetti