Ambienti sartoriali, dettagli ricercati e spazi talvolta ironici che raccontano lo spirito e la personalità dell’artista che ha fatto del loft romano la sua nuova casa-atelier: si chiama Casa B+B il nuovo attico e superattico firmato dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto, un angolo in cima a una stradina appartata nel cuore di Roma aperto sul Colosseo e alle pendici del colle Oppio grazie a balconi laterali e vetrate a nastro, dagli arredi su misura e dall’atmosfera tra il romantico e il contemporaneo. Agli ultimi due piani della palazzina, 333 m2 di superficie interna e 86 m2 di esterna, questa è stata ristrutturata per rispondere alle esigenze della committente di rendere l’organizzazione degli spazi più funzionale e maggiormente accogliente per i tanti suoi ospiti, a partire dalla nuova scala interna di collegamento tra i due livelli della casa. In questo contribuiscono anche i colori scelti, tenui ma decisi nel trasmettere la personalità della proprietaria e della sua stessa dimora, e i materiali, uno su tutti il legno di wengè presente nei pavimenti e in tanti dettagli.
Per quanto il più basso dei due piani sia il più intimo e riservato, si è iniziato a giocare con l’idea di un abbraccio accogliente a partire dall’ingresso, grazie a un ampio atrio arredato con una lampada stilizzata in angolo in sospensione, una poltrona e un tavolino in ottone. La porta d’ingresso semitrasparente con uno strato di lino tra i vetri e dal profilo in legno di wengè proprio come le maniglie a bottoni sagomati, inoltre, lascia filtrare la luce naturale all’interno, così da rendere più naturale uno spazio cieco oltre che a esaltare i connotati sartoriali. Tra gli spazi più iconici del piano, al quale si accede direttamente dall’atrio di ingresso e con il quale è in stretta connessione visiva, c’è sicuramente lo studio-atelier dell’artista, affacciato a sua volta su un balcone raccolto, ricco di fioriere e dotato di scala esterna verso il piano superiore. Un vero e proprio rifugio d’arte e cultura: a destra della consolle con cassetto rivolta verso l’esterno, una libreria con struttura in metallo e impiallacciata in legno di wengè disegnata su misura da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto incornicia un caminetto originale in bronzo.
A completare il piano, poi, una in connessione con l’altra, toeletta, bagno, una camera matrimoniale con camino e armadi personalizzati e una camera per gli ospiti, quest’ultima dominata da un’altra libreria molto simile alla precedente e sempre su misura realizzata dai due architetti. Tutti gli ambienti sono poi impreziositi dai motivi della carta da parati, talvolta con decorazioni floreali in dialogo con l’ambientazione della capitale circostante, altre volte con elementi della tradizione giapponese. Ma ogni stanza è trattata come un microcosmo a sé, con una propria storia da raccontare e una prospettiva inedita da trasmettere, motivo per cui per ognuna di esse è stato scelto un pattern differente con approccio, appunto, sartoriale.
Per salire al piano superiore, dal carattere decisamente più estroverso, è stata invece realizzata una scala di ispirazione navale in un unico blocco in legno di wengè, proprio come il parquet di entrambi i livelli. Subito si incontra la cucina in marmo di Carrara e la zona per i pasti, ma il cuore del superattico è senz’altro il grande open space dalle vetrate a nastro sul Colosseo che funge da soggiorno. Questo, protagonista di un importante intervento strutturale per essere liberato dai precedenti pilastri, si trova su un podio rialzato in legno, che ha il pregio di proiettare lo sguardo verso l’esterno. Sguardo che rimane fisso sull’anfiteatro e sugli altri monumenti circostanti anche in virtù di scelte architettoniche sobrie e delicate a bilanciare i colori degli arredamenti, a partire dalle nuove capriate lignee verniciate di bianco. Dalla nicchia laterale rispetto al palco, che ospita un tavolo da pranzo appartato, si può poi ammirare l’Altare della Patria, all’angolo opposto del terrazzo che invece dà appunto sull’Anfiteatro Flavio.
«Il mio lavoro si oppone all’idea della standardizzazione, punta ad andare oltre la superficie, dritto all’anima delle cose. Ogni elemento è unico, progettato ad hoc per la cliente, per la casa in cui si trova e per lo stile di vita immaginato al suo interno. Il progetto è molto personale, anche gli arredi eccentrici sono il risultato di un gioco di ping pong tra me e l’artista, proprietaria della casa. Alcuni fanno parte della sua collezione, altri li abbiamo scelti insieme. Con l’idea di dare leggerezza, colore, in qualche caso anche per stupire gli ospiti e accoglierli con un sorriso», ha concluso Junko Kirimoto, co-fondatore dello studio di architettura.
Location: Roma
Architect: Alvisi Kirimoto
Client: Privato
Completion: 2021
Custom-made furniture: Alvisi Kirimoto
Photography by Serena Eller Vainicher, courtesy of Alvisi Kirimoto