Un palazzo nel cuore di New York con l’anima e lo spirito di accoglienza di una dimora mediorientale: la nuova sede della Missione Permanente degli Emirati Arabi Uniti alle Nazioni Unite è lo specchio di una cultura che arriva a convivere con le tradizioni newyorkesi senza perdere la propria forza, in armonia con il contesto circostante.
Con una visione onnicomprensiva, lo studio Skidmore, Owings & Merrill (SOM) ha progettato l’edificio sulla Hammarskjöld Plaza nel quartiere Turtle Bay di New York, un distretto che ha avviato la propria trasformazione a partire dal 1950 con il completamento del quartier generale dell’Onu. Ora si è aggiunto un altro tassello, un edificio che suggerisce l’integrazione tra i due mondi attraverso un’architettura iconica. Il design contemporaneo che caratterizza la facciata non rinuncia a motivi ornamentali provenienti dal Medio Oriente: realizzata in pietra calcarea dell’Indiana come quelle del Rockefeller Center e dell’Empire State Building, è caratterizzata dalle forme ondulate e assottigliate verso l’alto per rispondere a esigenze funzionali ma anche a ricordare foglie di palma, simbolo di pace.
Questa suggestione astratta si concretizza nelle foglie scolpite sul fregio che incornicia l’ingresso di vetro, protetto da una copertura bronzea. Questi simboli di ospitalità sono potenziati all’interno con i suoi quasi 6.968 m2 distribuiti su dieci piani, organizzati intorno all’idea di un cortile proprio come nelle abitazioni tradizionali e in continuità con l’ambiente esterno: la palette delicata degli arredi gioca un ruolo importante nel donare tranquillità.
La hall di ingresso e i primi due piani sono dedicati a eventi e riunioni, con ampie sale multifunzionali pensate per una diplomazia efficace. È il caso di quella accanto alla scala al primo piano, la cui estensione naturale è il luminoso auditorium al piano superiore utilizzabile anche come galleria d’arte.
Protagonista della scala e del primo piano è la pietra calcarea del Canada che tutto avvolge, scura e dalle venature evidenti: il suo carattere naturale e i suoi strati ne raccontano la storia secolare; al secondo piano lascia invece spazio a quella del marmo bianco italico e degli arredi della designer Nada Debs. Salendo trovano posto una sala per pranzi, una biblioteca, servizi per i più piccoli e locali relax. I rivestimenti in noce americano impiallacciato, il marmo Calacatta, le opere arabeggianti, come anche l’arredamento su misura e il richiamo agli alberi del parco sottostante, che caratterizzano gli uffici dal quarto al sesto piano, sono l’emblema di un microcosmo che torna alle origini arabe attraverso i motivi della mashrabiya (la tipica finestra a gelosia) sulle vetrate.
Agli ospiti sono dedicate invece le Majlis (letteralmente, luogo dove ci si siede), salotti privati di tranquillità dislocati tra il settimo e l’ottavo piano insieme alle aree executive, come dimostra la sala ideata da SOM e Debs con il collettivo Naqsh, riconoscibile dal tavolo tondo in pietra tunisina nera illuminato da lampade stilizzate a pioggia. La ricerca di un equilibrio con la natura, ribadita dalla certificazione Leed Gold, trova massima espressione nella terrazza sul tetto che si apre sullo skyline di New York e si estende anche in una zona interna sofisticata per riunioni o eventi.
Ethos mediorientale e design senza tempo convivono fino all'ultimo piano, puntando a uno scambio interculturale, mediato dall'uso dei materiali.
Luogo: New York, USA
Committente: Ministry of State (UAE), Fisher Brothers
Completamento: 2021
Superficie lorda: 6.968 m2
Progetto architettonico e degli interni: SOM
Appaltatore principale: Plaza Construction
Consulenti
Strutture: DeSimone
Progettazione elettrica, meccanica e idraulica: Cosentini Associates
Progettazione geotecnica e ingegneria civile: Langan
Illuminazione: SBLD Studio
Progettazione della viabilità: Philip Habib & Associates
Fotografie di Dave Burk, courtesy SOM
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