Andrea Rigo e Carlotta Rigo - Green-Urban canyon
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Green-Urban canyon

Andrea Rigo e Carlotta Rigo

Space for Nice Ideas  /  Future
Andrea Rigo e Carlotta Rigo
Il progetto nasce dalle geometrie, dai solchi che disegnano e tracciano il nostro territorio: fossi, filari, vigneti, capezzagne che ritmano le campagne diventano principio compositivo che definisce l’edificio Nice Smart Manufacturing 5.0 con una sequenza regolare di setti in cui l’elemento naturale dialoga con l’architettura, un gioco armonioso di pieni, vuoti, natura e artificio.
Paesaggio, architettura, giardino dialogano in equilibrio e definiscono la frattura E-O, canyon urbano attorno al quale l’edificio vive; percorsi verdi si insinuano negli spazi di lavoro per cercare legami con il territorio e gli altri edifici Nice. Nel contempo il canyon verde è lo spazio attorno cui nasce e si articola l’edificio; elemento che si spinge verso l’esterno e gli edifici esistenti e cerca relazioni continue, figurative, funzionali con The Nice Place e gli Headquarters, quasi fosse origine o conseguenza del principio compositivo da cui nascono tutti gli spazi Nice.
Green-Urban canyon
Il canyon urbano a cielo aperto colonizza i 3 livelli della fabbrica: ampio al piano terra, un volume vegetale composto da alberi e tappezzanti in un sistema sinuoso e continuo di corti vetrate che si spinge fino all’interno degli spazi di lavoro trasformandosi in verde verticale puntuale o continuo. La frattura si allarga ai piani superiori e permette alle piante di trovare luce naturale e consentire che sia sempre presente all’interno dell’edificio. Tagli nei solai permettono di portare luce zenitale fino al piano terra.
Felci, edere, vinca, vite americana disegnano volumi morbidi sui quali si alzano arbusti colorati e profumati: viburno, rosa canina… Le piante si adattano alla presenza di luce, si affacciano sulle terrazze e ricadendo disegnano un verde verticale naturale in continua ricerca di relazioni con le chiome degli alberi. Un ambiente vivo che segue il dinamismo della natura, si colora in autunno e fiorisce in primavera: stagioni, sole, pioggia, forme e tessiture si susseguono ciclicamente, caratterizzando lo spazio del canyon e introducendosi negli spazi di lavoro.
L’ingresso a tripla altezza è un cannocchiale aperto verso il territorio che definisce la relazione tra esterno e interno. Una finestra sul mondo Nice così percepibile nella sua complessa semplicità: percorsi vetrati aerei su più livelli, vegetazione, cielo, luce naturale. Ambienti di lavoro e spazi comuni dialogano con il territorio e gli spazi aperti della fabbrica. In corrispondenza del fronte le graminacee ricordano le geometrie degli spazi verso l’Headquarter e il loro movimento simula l’acqua che finalmente si ritrova all’estremità nord. Parcheggi, strade, fabbrica e giardino si integrano perfettamente in un disegno omogeneo, in equilibrio, fluido.
A est la quota strada e parcheggi viene abbassata; le auto parcheggiate e già parzialmente occultate risulteranno nascoste dalle graminacee.
molteplici configurazioni dello spazio
I setti N-S ortogonali al canyon dividono le aree operative lasciando aperti grandi passaggi chiudibili con pannelli scorrevoli che consentono molteplici configurazioni degli spazi.
Il diaframma di pannelli pivotanti in grigliato di legno (schermanti e isolanti acusticamente) divide o separa le aree operative da quelle centrali in affaccio sul canyon che diventano spazi di scambi, relazioni e di idee in cui l’arredo permette movimento, lavoro, pausa nel verde.
L’area test si suddivide in due: una interna e una esterna schermata da setti e in parte coperta che può essere climatizzata per ottenere versatilità e adattabilità al clima e a specifiche esigenze.
rivestimento di facciata
Il fronte principale è definito da setti rivestiti da lame fisse con orientamenti diversi in alluminio al naturale o verniciato (toni rame e oro) e appaiono come superfici omogenee e astratte.
Frontalmente si coglie il colore carta da zucchero dei setti mentre con la visione laterale e in movimento la facciata apparirà cangiante nei toni caldi del rivestimento: superficie dinamica che gioca con luce, colori, riflessi della natura.
In corrispondenza delle vetrate est le lame diventano una sequenza di pannelli (L=2m) che ruotando possono essere orientati per dosare la quantità di luce, fino a raggiungere la posizione perpendicolare alla facciata mentre i serramenti scorrevoli, rientrati, definiscono un corridoio di servizio per pulizia e manutenzione.
Le chiusure tra i setti verso N e S sono interamente vetrate per permettere maggior permeabilità della luce naturale verso gli spazi di lavoro: è un vetro dinamico elettrocromico che si scurisce mantenendo la trasparenza per controllare abbagliamento e calore solare.
struttura
Ai setti di c.a. gettato in opera fa da controventamento il telaio formato dalle pareti in elevazione e dai solai a piastra bidirezionale (economici, veloci da realizzare); si rispettano i criteri CAM per la sostenibilità ambientale usando cls con inerti leggeri possibilmente riciclati. Si prevede una rifodera interna per coibentazione e impianti e una vernice esterna fotocatalitica e autopulente.
impianti
Il fabbricato è dotato dei più moderni sistemi di building automation/DALI per la gestione dei parametri di comfort ambientale controllando con molteplici scenari temperatura, umidità, qualità dell’aria, luce, profumi, suoni.
In copertura un impianto solare fotovoltaico; i setti, elevandosi dal piano di calpestio fungono da parapetto facilitando la manutenzione in quota.
Avvalendosi di tecnologie di distribuzione di acqua con inverter solari, i circolatori elettronici a giri variabili sfruttano unicamente energia prodotta dai pannelli fotovoltaici per far fluire l’acqua raccolta azzerando il prelievo di acqua e quello di elettricità non rinnovabile.
Nelle aree esterne trovano spazio colonnine per la ricarica delle auto e delle bici elettriche collegate a pannelli fotovoltaici a inseguimento solare.
La nuova fabbrica Nice sarà a tutti gli effetti uno stabilimento nZEB, massimo standard europeo in termini di prestazioni energetiche degli edifici.

Credits

 
 Confidential
 paesaggio: arch. paesaggista Anna Costa, grafico: Alessandro Pellizzari, strutture: ing. Roberto Scotta, impianti: ing. Massimiliano Mattiazzo – HPLife.srl, analisi economica/estimativa: ing. Germano Carretta

Curriculum

arch. Carlotta Rigo (1980), arch. Andrea Rigo (1987)
Carlotta e Andrea iniziano la professione collaborando con il padre, Gianni Rigo, fondatore dello studio Rigo di Scorzè VE. Lo studio si occupa di progettazione architettonica pubblica e privata, pianificazione urbana, design e arredamento. Alla base del processo creativo c’è una continua ricerca su materiali e tecnologie costruttive, lo studio del territorio/paesaggio, il disegno del dettaglio. Attraversando le varie scale di progetto si stabilisce una stretta relazione tra manufatto e ambiente giungendo alla definizione di spazi e atmosfere. Alcuni recenti progetti: Piano di recupero e restauro complesso di Villa Buratti a Scorzè VE, 2019; Casa Pattaro: nuova sede del Comune a Trebaseleghe PD, 2012; Ca’ della Nave: nuova sede Banca Santo Stefano a Martellago VE, 2010 (1 premio US AWARD 2010 sezione wood@work); edif. direz. Mola a Scorzè VE, edif. artig. ANVA a Scorzè VE (1 premio sez.4 - Premio di Architettura Città di Venezia)

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