Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli - Archingegno - Chiesa Beata Vergine Maria - Verona
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Chiesa Beata Vergine Maria - Verona

Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli - Archingegno

Public Space  /  Completed
Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli - Archingegno
Per la Chiesa Beata Vergine Maria si è voluto proporre alla comunità un luogo evocativo, uno spazio dove le persone possano ritrovare bellezza e spiritualità. La nuova chiesa fa pensare a rinnovate e più umane possibilità di vita urbana, laddove all’idea di periferia-ghetto viene sostituendosi quella di periferia-centro. Il quartiere di Borgo Nuovo, chiamato tradizionalmente il “Villaggio”, è posto nella cintura periferica di Verona ed è stato per decenni il quartiere povero e malfamato della città. Oggi sta vivendo un processo di grande sviluppo; ci sono grandi condomini e nuovi blocchi di edilizia popolare, ma soprattutto una comunità giovane che trova nella nuova chiesa con centro parrocchiale adeguati ambienti per il culto e le attività socio-educative. La nuova costruzione prende il posto della vecchia chiesa realizzata negli anni ’40, che presentava diversi e gravi problemi strutturali ed era diventata insufficiente; nella nuova chiesa sono state mantenuti gli elementi fondamentali della vecchia ovvero il rosone, le vetrate artistiche, le campane e una statua della Beata Vergine cui la gente era da sempre devota. La pietra d’angolo della nuova chiesa è il campanile, posto nel luogo più importante del Villaggio a segnalarne la piazza e ad omaggiare Angelo dall’Oca Bianca, che si trova sepolto proprio di fronte, artista filantropo e fondatore dello stesso quartiere realizzato negli anni ’30 per dare rifugio ai poveri della città. La sfida del progetto è stata rileggere con una grammatica innovativa l’anima di un quartiere così particolare. L’architettura è totalmente in sintonia con lo spirito autentico del Villaggio, le linee sono semplici e sobrie, la navata principale si presenta come un grande spazio basilicale, dove alte quinte in legno scolpite dalla luce accompagnano in un abbraccio chi entra e lo conducono verso il trascendente. Il campanile è l’emblema della chiesa; ha forma semplicissima, quasi monastica, senza voglia di spettacolarizzazione, che si eleva dall’edificato circostante. Dal campanile si snoda il volume alto ed avvolgente dell’aula liturgica che culmina nel grande lucernario della zona presbiteriale. La chiesa si pone alla Comunità con una forma riconoscibile, un’architettura sacra cristiana che senza incertezza s’impone nel luogo. Gli interni sono stati concepiti in funzione dell’illuminazione naturale ed artificiale: realtà fisica, significato spirituale, capacità emotiva. La luce è principalmente zenitale; entrando nella Chiesa è percepibile l’intensificarsi della luce verso l’altare. Nei deambulatori, alte e snelle aperture, che caratterizzano i fianchi della Chiesa, permettono alla luce di entrare; le quinte lignee la filtrano e all’interno dell’aula giunge diffusa e pulviscolare creando un’atmosfera atemporale. La luce è stata utilizzata come materia di costruzione dello spazio senza esibirla od ostentarla: una luce poetica che celebra la luce, principale metafora di Dio. L’architettura cerca la trascendenza, il mistero che attira, oltrepassa gli aspetti più evidenti per far immergere lo sguardo nelle pieghe profonde del senso cristiano delle cose.

Credits

 Verona
 Italia
 Parrocchia Borgo Nuovo Verona
 12/2018
 2500 mq
 Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli
 Archingegno
 Impresa Fedrigoli
 direttore dei lavori ing. Luigi Albertini, - strutture ing. Giovanni Montresor e ing. Mattia Gaspari - progetto geom. Andrea Chelidonio, arch. Alessandro Martini e arch. Marco Rizzi
 Impresa Edile Fedrigoli Costruzioni, Lonardi e Ge.Co, - impianti Sinectra e idraulica Fiorini - serramenti Canestrari - finiture Bertolani Costruzioni e Garzon - illuminazione Performance in Lighting
 Maurizio Marcato

Curriculum

Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli, dello studio Archingegno, considerano l’architettura come intreccio di elementi storici e contemporanei in grado di produrre soluzioni personalizzate, mai convenzionali, che invitano gli utenti a sentire un senso di appartenenza ai loro edifici. I loro lavori hanno ottenuto il Premio Città di Oderzo nel 2001, menzioni in due edizioni del Premio Luigi Cosenza (2000, 2002) e del Premio Cappochin (2005, 2007), Premio Speciale della Giuria nel Premio Architetti Verona nel 2011 e menzione nel 2017, menzione nel Premio Architettura in Legno Made in Italy 2017. L’arte ambientale e la lezione degli artisti della luce hanno da sempre influenzato la ricerca compositiva dello studio; all’interno di alcune loro opere sono stati affrontati specifici temi di lighting design ottenendo nel 2005 il Premio Iald’s Award of Merit, principale riconoscimento internazionale del settore.

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