La scelta dell’edificio da parte della committenza è stata motivata da diversi fattori complementari uno all'altro: la centralità logistica della zona montebellunese e la ricerca di una struttura postindustriale da recuperare che potesse creare l'occasione di realizzare un intervento sostenibile, dando nuova vita ad un edificio caduto in disuso, senza la necessità di dover intaccare nuove aree in un tessuto urbano già saturo.
L’edificio individuato è dei primi anni del ‘900. Inizialmente costruito come stalla, nel dopo guerra diventa laboratorio e magazzino di materiale elettrico.
La struttura originale ha mantenuto la sua qualità e si presta bene ad un suo recupero. La struttura muraria è costituita da mattoni pieni e pietra, mentre il solaio e il tetto sono in legno.
Il tema progettuale individuato con la committenza è stato quello di pensare e realizzare un intervento che potesse trasmettere un forte segno architettonico pur mantenendo la memoria storica dell’edificio originario e delle sue metamorfosi funzionali.
Per ottenere questo risultato si è deciso di mantenere integro l'interno, conservandone non solo la struttura muraria e il tetto restaurando i materiali da costruzione originari, ma soprattutto enfatizzandone la spazialità, in modo da poter sentire sempre presente e poter vivere il valore storico del fabbricato.
Se l'interno dell'edificio ci parla della sua storia, l'esterno diventa l'occasione per trasmettere quel forte segno architettonico accennato prima. Per adeguare l’edificio alla nuova funzione di uffici, con i giusti standard di confort, funzionalità e risparmio energetico si è fatto uso all’esterno di una” pelle” ad alta efficienza: una parete ventilata con lastre di calcestruzzo che oltre alle qualità di isolamento termico dà un aspetto contemporaneo all’edificio.
Il gesto architettonico che si attua posizionando sul contenuto un contenitore (o involucro), instaurando un dialogo tra le forature dei due, è una pratica rinascimentale, una citazione dichiarata all'opera di Leon Battista Alberti nel Tempio Malatestiano a Rimini, e all'opera del Palladio nella Basilica di Vicenza.
In questo modo, attraverso questo gesto architettonico, l’architettura si stratifica dando dimostrazione di non essere effimera, ma di potersi rigenerare a nuova vita assumendo di volta in volta nuove forme e funzioni rimanendo sempre contemporanea nel proprio tempo.
Montebelluna
Italia
Giampaolo Allocco - Delineodesign
06/2015
200 mq
Roberto Nicoletti Architettura e Design
Roberto Nicoletti, Lisa De Chirico, Fabio Martignago, Studio Nord Est Impianti
Feltrin Costruzioni
Colin Dutton, Lisa De Chirico
Curriculum
Roberto Nicolletti fonda lo studio Roberto Nicoletti Architettura e Design nel 2000 dove unisce professionisti di vari settori della progettazione.
Dopo l’esperienza fatta al nel gruppo Benetton con un ruolo di project manager avvia uno studio di progettazione integrata per poter operare con clienti nei più svariati ambiti.
Dal 2000 lo studio organizza per i suoi clienti progetti in tutte le sue parti (progetto architettonico, strutturale, impiantistico, di paesaggio e grafica) sotto un'unica regia.
Questo permette alla committenza di tenere sotto controllo gli obiettivi sia artistici che economici.
Alcuni dei progetti in corso sono: l’azienda agricola San Martino e Ca' Re Cantina della Fondazione Coin, il nuovo sviluppo del calzaturificio Scarpa, il nuovo sviluppo del gruppo Galdi, la nuova sede Fap, l'ampliamento birreria Pedavena.